di Sujen Santini
L’importanza del contatto tattile e visivo
La cura del vitello è un aspetto strategico dell’allevamento della vacca da latte: la consapevolezza della sua importanza è progressivamente aumentata negli allevatori, così come l’attenzione dei consumatori al loro benessere e del sistema legislativo comunitario. Ne è un chiaro esempio il decreto legislativo n. 126 del 7 Luglio 2011, attuazione della Direttiva 2008/119/CE, che fissa i requisiti minimi per la protezione dei vitelli negli allevamenti, tra cui la necessità di contatto tattile e visivo tra conspecifici.
L’adeguamento del sistema di allevamento alle disposizioni di legge ha destato parecchie perplessità tra gli allevatori, preoccupati soprattutto dell’integrità sanitaria dei vitelli, particolarmente critica tra le 2 e 4 settimane di età. Questa normativa sdogana la priorità di perseguire il benessere animale, inteso come possibilità di manifestare il proprio etogramma di specie, anche a fronte di una maggior rischio sanitario. Allevare rispettando le esigenze di benessere animale però non è necessariamente un freno alla redditività, soprattutto alla luce delle recenti evidenze che la comunità scientifica ha prodotto a riguardo, che suggeriscono che il raggruppamento sociale può migliorare la crescita e il benessere dei vitelli da latte incoraggiando una maggiore assunzione di mangime, riducendo lo stress, favorendo l’aumento di peso durante lo svezzamento e sostenendo lo sviluppo di un normale comportamento sociale. Aspetti etologici Poco prima del parto le vacche tendono a separarsi dalla mandria e a partorire in un’area protetta e appartata. Alla nascita il vitello riceve cure specifiche che favoriscono l’instaurarsi del legame materno entro le successive 24 ore. Numerose ricerche confermano che vacche e vitelli sperimentano forti legami emotivi che si formano rapidamente dopo la nascita e che il processo naturale di svezzamento può richiedere molti mesi. Tutti i vitelli sani stanno in piedi e si allattano autonomamente entro le 3 ore dalla nascita: il vitello ha infatti, già dai primi minuti di vita, un forte stimolo ad allattarsi che si attiva quando la mucosa orale viene stimolata. Durante la prima settimana di vita viene allattato circa 8-12 volte al giorno; ogni poppata ha una durata di circa 10 minuti. Nelle due settimane successive, il vitello riposa a lungo e si allatta per 6-8 volte al giorno con una durata media della poppata di 7 minuti, preferendo uno o due capezzoli in particolare; inizia ad aumentare la distanza dalla madre e il contatto con i coetanei con i quali può formare piccoli gruppi che interagiscono anche con animali adulti.
A 1 mese di età i vitelli si impegnano in circa 9-10 attacchi di suzione/giorno, a 4 mesi 8 attacchi/giorno e a 6 mesi 5-6 attacchi/giorno. I vitelli trascorrono la maggior parte del loro tempo sdraiati a riposare, i comportamenti di gioco e grooming tra conspecifici raggiungerà il picco all’età di quattro mesi. Le interazioni sociali dei giovani bovini sono funzionali all’imparare a riconoscere la dieta e l’habitat adatti, dove la selezione avviene attraverso l’imitazione: la neofobia alimentare, definita come evitamento e riluttanza ad assaggiare cibi non familiari, diminuisce se si nutrono in grandi gruppi di generazioni miste, poichè sono in grado di utilizzare l’apprendimento sociale per trasmettere informazioni sugli alimenti adatti da selezionare, consentendo a un animale inesperto di evitare l’inefficienza e il rischio di testare ogni nuovo tipo di alimento. I vitelli allevati con la madre e altri conspecifici iniziano a pascolare e ruminare a circa 3 settimane di età.
Il tempo di pascolo aumenta con l’età; a 1 mese, i vitelli, trascorrono circa 2 ore/giorno al pascolo, tempo che poi aumenta a quasi 9 ore/giorno quando i vitelli hanno 4 mesi.
I vitelli formano spesso sottogruppi basati sulla familiarità e sulla parentela: la stretta relazione tra mamma e vitello continua infatti anche dopo lo svezzamento e dopo la nascita di vitelli fratelli. Quando i vitelli vengono svezzati rafforzano i legami con i conspecifici; hanno quindi accesso a un gruppo sociale complesso e caratteristiche fisiche variabili (spazio da esplorare, foraggi diversi, topografia e tipi di suolo variabili, condizioni climatiche mutevoli, etc.) che influenzano il loro sviluppo cognitivo e comportamentale.
Esistono numerosi studi (tabella 1) che mostrano effetti emotivi e cognitivi positivi nello stare in gruppo, nonché una maggiore ingestione di mangime solido e un conseguente migliore incremento ponderale. È interessante notare che l’effetto positivo della socializzazione è stato riscontrato anche con piccoli gruppi (2-4 vitelli). Al contrario, l’isolamento si traduce in abilità sociali carenti, difficoltà nell’affrontare nuove situazioni, deficit cognitivi e una maggiore reattività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene ai fattori di stress. È stato infatti dimostrato che l’isolamento influenza lo sviluppo della corteccia prefrontale, responsabile del controllo comportamentale e del processo decisionale: questi aspetti possono quindi avere riflessi anche a lungo termine (studio condotto su vacche adulte -2,5 anni) e fare la differenza nella routine di gestione della mandria quando gli animali sono esposti a nuovi eventi, quali ad esempio cambio di alimenti o di tipologia di somministrazione, spostamenti in un settore diverso della stalla, formazione di nuovi gruppi, nuove procedure di mungitura, etc.
Vitello di peso < 150: kg 1,5 mq a capo Vitello di peso ≥150 kg ma ≤ a 220 kg: 1,7 mq a capo Vitello di peso > 220 kg: 1,8 mq a capo
I materiali utilizzati non devono essere nocivi per il vitello e devono essere regolarmente puliti e disinfettati. I pavimenti non devono essere sdrucciolevoli e devono essere costruiti in modo da non provocare lesioni o sofferenza. Tutti i vitelli di età inferiore alle 2 settimane devono avere una lettiera adeguata, e cioè non in grado di arrecare danni al vitello, asciutta, confortevole e pulita. Un’attenzione particolare inoltre deve essere rivolta a mantenere temperatura, umidità, ventilazione e illuminazione idonei. È fatto assoluto divieto dell’uso della museruola e i vitelli non devono essere legati. La colostratura deve avvenire al massimo entro 6 ore dalla nascita. Tutti i vitelli vanno nutriti almeno 2 volte al giorno e, se sono allevati in gruppo senza allattatrice automatica, va garantito che ciascuno di loro abbia accesso contemporaneamente agli alimenti. Tutti gli animali devono avere accesso continuo a un’appropriata quantità di acqua e il numero e la posizione degli abbeveratoi devono far in modo che l’animale non abbia bisogno di competere o aspettare troppo a lungo per abbeverarsi. L’eliminazione dell’abbozzo corneale è consentita per cauterizzazione o causticazione purché venga effettuata entro le tre settimane di vita da un medico veterinario o da personale qualificato adeguatamente addestrato, riducendo al minimo ogni sofferenza attraverso l’impiego di adeguata anestesia e/o analgesia.
Stabulazione in gruppo: effetti sull’ingestione di mangime e incremento ponderale
L’“apprendimento sociale”, nei vitelli stabulati in gruppo nelle prime settiatlante mane di vita, favorisce l’avvio precoce dell’assunzione di mangimi solidi e ne aumenta il quantitativo assunto soprattutto nella fase di pre-svezzamento, con conseguente maggiore incremento ponderale. È dimostrato che l’allevamento in coppia dei vitelli, a partire dalla prima settimana di vita, aumenta l’assunzione di mangime e l’incremento di peso rispetto all’allevamento individuale e all’accoppiamento dei vitelli a 6 settimane di età. Inoltre, i vitelli allevati in gruppo possono beneficiare di una maggiore assunzione di concentrato rispetto ai vitelli precedentemente allevati individualmente anche dopo lo svezzamento, sia perché maggiore è l’assunzione di mangime e migliore è il passaggio alla sola dieta solida, sia perché risultano più veloci nel localizzare il mangime e avvantaggiati in situazioni competitive con una migliore resilienza allo stress. Si ricorda che numerosi lavori hanno ormai dimostrato i vantaggi degli incrementi di peso precoci durante il periodo di allattamento sui successivi aumenti di peso delle manze, sull’inizio della pubertà e sulla produzione di latte nella prima e nelle successive lattazioni.
Alcuni dati
A sostegno di quanto detto finora vediamo, a titolo di esempio, alcuni risultati recentemente pubblicati dall’ American Dairy Science Association. Venti vitelli Holstein sono stati alloggiati individualmente (IH; 10 vitelli) o in coppia (PH; 10 vitelli) dalla nascita. I vitelli sono stati allattati con latte in polvere ricostituito somministrato ad libitum tramite tettarella (1 tettarella fornita per vitello) e mangime a disposizione. Sono stati poi svezzati diluendo gradualmente il sostituto del latte da 39 a 49 giorni di età. Dopo lo svezzamento i vitelli IH sono stati accoppiati all’interno del trattamento e tutti i box (n = 5 per trattamento) hanno ricevuto mangime pellet ad libitum con un monitoraggio fino a 13 settimane di età.
I valori sono mostrati separatamente per i vitelli alloggiati in recinti individuali per la fase dello svezzamento, quindi per il post-svezzamento in coppia (IH) e per i vitelli alloggiati in coppia per l’intero studio (PH) (Grafico 1). Si tratta di valori mediati tra i vitelli in un recinto, la settimana di età e il trattamento. A sei settimane l’assunzione di latte è stata pari a 9.8 litri per entrambi i gruppi.
Durante lo svezzamento, l’acqua totale (linea continua) consumata era composta sia dall’acqua libera (linea tratteggiata) che da quella del succedaneo del latte (Grafico 2). Le fermentazioni ruminali iniziano precocemente e le concentrazioni di acidi grassi volatili aumentano proporzionalmente alla maggiore assunzione di mangime solido (Grafico 3). Tra questi il butirrato, il più attivo nello stimolare lo sviluppo delle papille ruminali, viene ossidato in chetone (BHB) e assorbito, quindi rilevabile come concentrazione ematica. Dopo lo svezzamento i vitelli precedentemente alloggiati individualmente hanno sperimentato una forte diminuzione del tempo di riposo che non è stato osservato nei vitelli alloggiati in coppia (Grafico 4). Questa risposta comportamentale non è sorprendente, poiché quel giorno hanno sperimentato le loro prime interazioni sociali dirette con un altro vitello. Per contro, i vitelli alloggiati in coppia hanno mostrano risposte comportamentali ridotte al mescolamento e allo svezzamento.
Stabulazione in gruppo: possibili criticità
Cross-sucking
Si tratta della manifestazione di comportamenti di suzione di un vitello diretti al corpo di un conspecifico ed è potenzialmente associato a danni alla mammella e trasmissione di patogeni (S. aureus). I vitelli alloggiati individualmente si impegnano in altre stereotipie orali dirette verso il proprio corpo o parti della struttura del box. Poiché il riflesso di suzione (e la sua durata) è innato, e pertanto inevitabile. Il metodo più efficace per gestire questo problema è fornire la possibilità di manifestare il comportamento somministrando il latte tramite tettarella, lasciando quest’ultima a disposizione per un tempo adeguato alla durata del riflesso stesso (circa 10 minuti). Inoltre, la suzione è innescata dalla necessità di alimentarsi; è quindi fondamentale che i vitelli, in un programma di allattamento razionato, abbiano sempre a disposizione mangime solido ad libitum e acqua fresca.
Aspetti sanitari
Le malattie enteriche e respiratorie possono essere trasmesse attraverso la trasmissione orizzontale, in particolare il contatto nasale e oro-fecale. Il box singolo, oltre a prevenire questa trasmissione facilita il monitoraggio dello stato di salute e quindi favorisce interventi più tempestivi. Il principale fattore che influenza il tasso di morbilità e mortalità è la dimensione del gruppo: numerosi studi confermano che l’alloggiamento in coppia, nell’ambito di una corretta gestione della vitellaia, non incide sul rischio di esposizione sanitaria. Un altro fattore da considerare è il metodo di raggruppamento, dando la preferenza a gruppi stabili e praticando il tutto pieno/tutto vuoto. Bisogna poi ricordare che la trasmissione delle malattie è complessa e molte altre pratiche di gestione influenzano il rischio sanitario compresi la biosicurezza, le pratiche di colostratura, i metodi di alimentazione, l’igiene, la ventilazione e il monitoraggio della salute.
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