di Sujen Santini

La questione etica nel “sistema allevamento”e il ruolo che l’animale allevato assume rispetto ad esso sta acquisendo un peso sempre maggiore sia nelle scelte legislative sia nella visione dei consumatori. Da qui l’interrogativo sulla possibilità di allevare con metodo intensivo rispettandole cinque libertà, inclusa quella di manifestare il proprio comportamento di specie, che da oltre cinquant’anni sono a fondamento del concetto di benessere. Ma come dovrebbe cambiare l’approccio teorico e pratico di chi in allevamento lavora? Quali sarebbero i costi di produzione e, di conseguenza, la remunerazione che l’allevatore dovrebbe avere per poter soddisfare queste richieste? Dopo aver approfonditogli aspetti etologici di scrofa e suinetti dalla fase di nidificazione allo svezzamento, proviamo a sintetizzare quali caratteristiche dovrebbero avere le strutture in sala parto e allattamento di allevamenti convenzionali per consentire il soddisfacimento minimo dei fabbisogni comportamentali, focalizzandoci in particolare modo sullo spazio: quantità e qualità.La quantità di spazio è infatti relativa ed è sempre dipendente da una progettazione e un arricchimento funzionali.

PARTO

Spazio
Lo spazio minimo richiesto in questa fase va calcolato partendo da due considerazioni. La prima è che il movimento tipico della scrofa in questa fase è la rotazione: oltre al comportamento di nidificazione la scrofa deve avere la possibilità di girarsi per ispezionare la nidiata, ed eseguirne il raggruppamento. È stato infatti dimostrato che la mortalità del parto libero è maggiore rispetto al parto in gabbia solo quando la superficie messa a disposizione è inferiore a 5 m2.

Figura 1. Poiché per l’allevamento secondo metodo biologico sono necessari 10 m2 minimi per le scrofe in parto e allattamento, si propone a titolo esemplificativo, una suddivisione degli spazi. Da sottolineare l’area alimentazione suinetti vicino a quella della scrofa e la collocazione dell’area di defecazione con un differenziale di temperatura (più fresco) e gli abbeveratoi (che creano una zona «umida»). Fonte Schauer.

 

Durante il parto la scrofa ha bisogno di sdraiarsi lateralmente e avere spazio sufficiente per facilitare la successiva colostratura: con questi presupposti è stata valutata una superficie minima necessaria per il parto di 2.24 m2 per il decubito della scrofa con una larghezza minima di 1.53 m2, e 2.79 m2 destinata ai suinetti (dimensioni media nidiata). La seconda considerazione è che le aree di alimentazione e defecazione devono essere distinte e separate dall’area parto: bisogna così aggiungere 2,44 m2 di superficie per alimentazione e altrettanti per la defecazione. Risulterebbe quindi una superficie complessiva minima di circa 10 m2. Lo spazio minimo dipende poi dalla taglia dell’animale: per le raccomandazioni minime riportate* si è considerata una scrofa con le seguenti dimensioni: peso 352 kg, lunghezza 2.00 m, larghezza 0.47 m, altezza 0.95 m.

Fonte: EURCAW Pigs

Fonte: Weda

Pareti
Le scrofe prediligono siti di nidificazione chiusi su tre lati con un lato aperto o parzialmente aperto, questa soluzione consente l’isolamento ma anche la vigilanza verso potenziali minacce e quindi contribuisce a mantenere tranquilla la scrofa.

Substrato
Abbiamo già trattato dell’importanza per la scrofa della costruzione del nido, per questo è raccomandata la fornitura di almeno 2 kg di paglia lunga. Se non è possibile fornire materiale idoneo alla costruzione del nido, sono comunque evidenti gli effetti positivi della fornitura di materiale manipolabile, quale ad esempio stoffa di canapa.

Pavimentazione
Proprio per l’innato comportamento di nidificazione le scrofe preferiscono un pavimento che può essere scavato rispetto al cemento. Questo potrebbe offrire anche miglior comfort alla mammella e comfort termico. Per i suinetti lattanti il comfort termico ha più importanza di quello fisico anche se questo non deve essere trascurato. Una pavimentazione sbagliata potrebbe infatti causare zoppie o lesioni cutanee carpali conseguenti alla postura durante la suzione. I bisogni della scrofa sono in antitesi con quelli dei suinetti: ad esempio il pavimento deve essere antiscivolo per la scrofa ma non abrasivo per i suinetti. Il grigliato per i suinetti dovrebbe avere una larghezza di vuoto tra le doghe non superiore a 10 mm con bordi arrotondati e plastificati.

Protezione della nidiata
La protezione del maialino appena nato è fondamentale per la sua sopravvivenza poiché lo schiacciamento è una delle principali possibili cause di mortalità neonatale. Per questo la gestione del parto libero deve prevedere la presenza di una zona nido protetta e separata dove possono avere accesso solo i suinetti in modo da consentire anche la gestione specifica di diversi microclimi e la fornitura nutrizionale specifica, nonché facilitare l’accesso per i controlli sanitari e le procedure di routine. Considerato di ospitare circa 13 suinetti fino allo svezzamento a 4 settimane di età, un nido dovrebbe essere di circa 0.90 m2. È però possibile fornire aree di riposo protette per i suinetti anche fuori dal nido, ad esempio sfruttando pareti inclinate. Questo perché l’area nido è necessaria solo nei primi giorni di vita, poi i suinetti sviluppano progressivamente sempre maggiore capacità termogenica e quindi viene meno la necessità di accedere contemporaneamente a una zona riscaldata. La cura e il controllo con cui la scrofa si corica influenza la sopravvivenza dei suinetti: fornire alle scrofe un supporto a cui appoggiarsi durante la loro discesa riduce lo schiacciamento, e le scrofe preferiscono utilizzare pareti inclinate solide.

Comfort termico
Sebbene le scrofe siano a rischio di stress da calore alle temperature sopra 22°C, recenti evidenze suggeriscono che mostrano una preferenza per zone con pavimentazione più calda (circa 34°C) nell’immediato post-partum, condizione però raccomandabile solo se la scrofa è a stabulazione libera e quindi in grado di regolare la temperatura cambiando postura, altrimenti è molto alto il rischio di incorrere in fenomeni di stress da caldo. Poiché i suinetti sono invece esposti a rischio ipotermia, per soddisfare le esigenze termiche del suinetto, salvaguardando il comfort della scrofa, è fondamentale provvedere loro con un’area dedicata, fornita di un substrato che consente di ridurre la dispersione termica: i suinetti a diretto contatto con un pavimento in cemento disperdono il 40% in più di calore rispetto a quelli a contatto con 2,5 cm di paglia. Laddove non sia possibile si utilizzano lampade riscaldanti o tappetini riscaldanti, proprio il diverso microclima rappresenta il principale fattore attrattivo dei suinetti verso il loro nido. Tuttavia, la maggior parte dei suinetti preferisce sdraiarsi al mammella della scrofa per almeno 24 h dopo il parto.

SVEZZAMENTO

I criteri di progettazione in questa fase devono considerare la necessità di arricchimento ambientale e contatto sociale, nonché lo sviluppo nutrizionale del suinetto. Se si vuole rispondere alle necessità etologiche bisogna inoltre considerare l’allattamento in gruppo e lo svezzamento graduale.

Fonte: 333 Swap system

Fonte: CIWF – Fumagalli

Spazio
Progettare lo spazio necessario in questo periodo comporta un questione di equilibrio; la scrofa ha bisogno di spazio per sottrarsi all’allattamento mentre i suinetti devono avere la possibilità di raggiungere la mammella. In sistemi a stabulazione libera dove è possibile per loro manifestare questo comportamento è dimostrato che le scrofe perdono meno peso e ritornano in estro più velocemente, mentre suinetti hanno guadagnato peso e sono passati a cibo solido più velocemente dei suinetti in sistemi confinati. Sono quindi raccomandati ambienti che incoraggiano la separazione graduale volontaria impedendo però alla scrofa l’abbandono della nidiata. Quantificare lo spazio necessario per accogliere la separazione graduale è difficile e, come già menzionato nelle sezioni precedenti, gli aspetti qualitativi dello spazio sono forse più importanti della sua reale dimensione fisica.

Per facilitare l’integrazione sarebbe opportuno praticare l’allattamento in gruppo, dando così la possibilità a diverse nidiate di mescolarsi tra loro. L’entità di questo requisito di spazio dipende da quante scrofe si intende mescolare e se queste hanno familiarità tra loro, ovvero la stessa provenienza di gruppo di gestazione. In entrambi i casi è comunque necessario prevedere sazi sufficiente per poter manifestare i comportamenti gerarchici sia di dominanza sia di evitamento o fuga. La dominanza altro non è che la priorità di accesso alle risorse che, in allevamento, sono rappresentate dal cibo, dalle zone di riposo e di defecazione: quindi i requisiti di spazio dipendono dall’accessibilità delle risorse. Allo stesso modo è necessario garantire la presenza di spazio e paratie che consentano l’evitamento e l’isolamento. Ad esempio, in un gruppo di 5 scrofe, affinché si manifestino tali comportamenti, ogni scrofa avrebbe bisogno di 3m2 di spazio ben gestito. Qualora non sia praticabile l’allattamento in gruppo, per facilitare la socializzazione precoce prima allo svezzamento sarebbe utile fornire un’area aggiuntiva a quella del box parto, inaccessibile alla scrofa, ma accessibile ai suinetti delle diverse nidiate (ovviamente quelle che poi si intendono mescolare nei box svezzamento). Tuttavia, bisogna anche tenere in considerazione possibili effetti negativi, quali la trasmissione di malattie e l’interruzione della frequenza dell’allattamento. Un buon compromesso potrebbero essere pareti divisorie che consentono il contatto tattile e visivo, soluzione che peraltro non richiederebbe spazio aggiuntivo.

Arricchimento ambientale abbiamo già parlato di materiale di arricchimento in articoli precedenti dell’Atlante etologico ai quali si rimanda il lettore.

Fornitura nutrizionale Per favorire lo svezzamento bisogna adottare sistemi che incoraggiano l’assunzione precoce di alimento solido. Ad esempio, sembrano promuovere l’assunzione di mangime mangiatoie circolari e poco profonde, poichè stimolano comportamenti esplorativi e facilitano la socializzazione attraverso lo sviluppo del comportamento sincrono. Molto importante è anche posizionare la mangiatoia dei suinetti vicino a quella della scrofa poiché per imitazione apprendono prima l’assunzione dell’alimento. Anche l’assunzione di acqua condiziona l’assunzione di alimento solido e pertanto la stessa attenzione va posta agli abbeveratoi. Non approfondiamo questo punto perché merita un articolo dedicato che vi proporremo prossimamente. Torniamo ora alle domande iniziali: proveremo a rispondere nei prossimi numeri del Notiziario portando ad esempio alcune soluzioni già in uso.

*Fonte: Alternative farrowing systems: Design criteria for farrowing systems based on the biological needs of sows and piglets. 2011 animal 5(4):580-600