Allegato A1
MODELLO PER LA REDAZIONE DEL PROGETTO
OPERAZIONE 16.2.01 – “Progetti pilota e sviluppo di innovazione”
Capofila del progetto Operazione 16.2.01: COMAZOO scarl
Titolo del progetto: Il suino pesante ma sostenibile
Acronimo: Sò-ppeso
Sintesi del progetto
Il progetto intende sviluppare e testare nuove formulazioni mangimistiche per l’alimentazione dei suini inseriti nel circuito DOP, a seguito dell’introduzione del nuovo Disciplinare per la produzione del Prosciutto di Parma DOP. Per farlo, il progetto prevede di studiare specie e varietà da inserire in avvicendamenti colturali sostenibili, finalizzati alla produzione di materie prime che saranno impiegate nell’alimentazione del suino pesante, per trovare colture alternative a mais e soia, riducendo al minimo l’impatto ambientale del mangime in quanto tale, così come del prodotto derivato dal suino pesante.
L’azione del progetto si articolerà in una prima fase di valutazione dell’adattabilità, delle rese e del valore nutritivo di varietà di orzo, sorgo da granella e pisello proteico, alternativi a mais e soia, nel contesto del territorio mantovano, nell’ottica di individuare colture meno esigenti in termini di irrigazione, ma che mantengano livelli produttivi in linea con le materie prime utilizzate tradizionalmente. Allo stesso tempo verranno formulati dei mangimi a ridotte impronte ambientali: una volta analizzati e scelti in base all’apporto di elementi nutritivi, al costo e all’impatto ambientale, saranno testati in prove in stazione e in allevamento, confrontandoli anche con una formulazione tradizionale a base di mais e soia. Le diverse formulazioni mangimistiche verranno valutate su parametri quali: prestazioni produttive, bilancio dell’azoto, impronte ambientali connesse alla produzione del kg di peso vivo e la qualità delle carni. In questo modo per agricoltori e allevatori sarà possibile avere a diposizione informazioni utili sulle performance produttive e ambientali di mangimi, che rispettano i requisiti richiesti dal circuito DOP. Inoltre per meglio individuare mangimi in linea con il nuovo Disciplinare del Prosciutto di Parma DOP, verrà caratterizzato il contenuto in acido linoleico del mais con lo scopo di un suo migliore impiego nell’alimentazione del suino pesante.
Il progetto è sviluppato a partire da soggetti specifici, ma i suoi risultati potranno essere utili a tutti gli operatori della filiera suinicola, che nella produzione di materia prima fanno riferimento ai disciplinari di produzione dei Prosciutti DOP.
Sommario
1.1 Introduzione alla realtà produttiva interessata dal progetto. 4
1.2 Composizione dell’aggregazione e breve descrizione delle attività/competenze di ogni partner 6
2.1 Analisi dei punti di debolezza e dei fattori di miglioramento della realtà produttiva. 7
2.2 Prospettive di sviluppo delle aziende partner 11
2.3 Altri progetti correlati 12
3.1 Definizione dell’ambito di innovazione che il progetto intende sviluppare. 12
3.2 Obiettivi specifici del progetto. 13
3.3 Tipologia di intervento e azioni previste nel progetto. 13
4.2 Gestione dei rapporti fra i partner 17
5.1 Destinatari dei prodotti del progetto. 18
5.2 Utilità, applicabilità, immediatezza di fruibilità dei risultati 19
5.3 Tempi e modalità di utilizzo dei risultati 19
6.1 Metodo adottato e piano di lavoro. 19
8.1 Definizione dei risultati oggetto della diffusione. 22
8.2 Individuazione dei destinatari dell’attività di trasferimento. 23
8.4 Metodo di valutazione dei potenziali riscontri all’attività di trasferimento. 23
9.2.1 Scheda riassuntiva previsioni di spesa: 26
9.2.2 Dettaglio delle previsioni di spesa: 27
1. CONTESTO PRODUTTIVO
1.1 Introduzione alla realtà produttiva interessata dal progetto
Il progetto IL SUINO PESANTE MA SOSTENIBILE fa riferimento alla filiera lombarda del suino destinato al circuito produttivo dei salumi tradizionali, tra cui le indicazioni geografiche.
Il settore è di fondamentale importanza per la Regione Lombardia che detiene quasi la metà del patrimonio suinicolo nazionale, in particolare oltre la metà dei suini macellati, che per il circuito tutelato sono stati 8.254.314 (https://www.portalerift.it).
Questa forte presenza di allevamenti suini, in un quadro di forte concentrazione zootecnica, determina la necessità di utilizzare al meglio i terreni coltivabili, sia in termini di produzione di alimenti zootecnici, sia in termini di produzione e gestione delle deiezioni al fine di evitare l’inquinamento dell’atmosfera e delle acque superficiali e profonde.
Gli alimenti principali somministrati al suino nella fase di allevamento ingrasso sono il mais e la farina di estrazione di soia; entrambi questi alimenti sono eccellenti apportatori, il primo, di energia ed il secondo di proteina di alto valore biologico.
Entrambi presentano però dei problemi di produzione ed approvvigionamento che fanno intravvedere crescenti difficoltà.
Il mais è una coltivazione ad altissimo fabbisogno idrico; per questo motivo si è imposta nei terreni a nord del fiume Po dove gli ordinamenti colturali sono da sempre impostati sulla risorsa acqua e solo di recente sono emersi problemi di disponibilità irrigua.
Se fino ad un paio di anni fa, il nord Italia, e così la Lombardia, sembrava indenne alla carenza idrica, dal 2021, anche in questo territorio, la siccità ha iniziato a minacciare pesantemente l’agricoltura. Per il 2022 lo scenario si presenta ancora più critico:
Figura 1 – Riserva idrica (milioni di mc) della Lombardia – situazione al 10 aprile 2022 (Fonte: Arpa Lombardia)
**: i quantitativi relativi agli invasi sono riferiti alla somma dei bacini dei laghi Maggiore, di Como, d’Idro e d’Iseo
Secondo Arpa Lombardia questo è stato l’inverno più mite e secco per il Nord Italia degli ultimi 30 anni: è stata rilevata un’anomalia di temperatura di ben +2,1 C rispetto alla media 1991-2020, mentre per le precipitazioni si è registrato un deficit medio del 65%: ad aprile 2022 lo stato delle riserve idriche (costituiti dal manto nevoso, dagli invasi idroelettrici montani e dai grandi laghi regolati) era inferiore alla media del periodo 2006-2020 (-57,1%)
A ciò si aggiunge la necessità di rispondere alla normativa europea in materia di tutela degli ecosistemi acquatici; non è ulteriormente procrastinabile, infatti, l’applicazione del D. Lgs n.152 del 03/04/2006 che prevede il “deflusso ecologico” cioè la modulazione dei rilasci dai bacini montani e dei prelievi idrici in funzione dell’ottimale funzionamento degli ecosistemi acquatici.
Ciò significa che sarà necessario disporre di un’alternativa alla produzione del mais, almeno nelle zone meno vocate a tale coltivazione.
La farina di estrazione di soia, anche se in parte prodotta da lavorazione della granella in Italia, deriva prevalentemente da semi importati, con costi economici ed ambientali importanti, anche perché la coltivazione della soia viene effettuata, in particolare nel continente sudamericano, sostituendola ad ambienti naturali (cambiamento dell’uso del suolo). Questo, oltre all’inquinamento generato dai lunghi trasporti marittimi, rende la farina di estrazione di soia di provenienza sudamericana uno degli alimenti più impattante sull’impronta ambientale dei suini dell’alimentazione dei suini.
Per esempio la proteina da granella di soia ha una impronta carbonica (kg di CO2 equivalenti emessi per tonnellata) molto differente per provenienza (figura 2), valore che risulta pesantemente condizionato dall’elemento cambiamento di uso del suolo. Da considerare poi che questi dati sono riferiti solo alla produzione agricola, e non considerano lavorazioni, stoccaggi, trasporti, che possono avere impatti minimi per le produzioni in azienda e/o in zone limitrofe rispetto alle forniture di proteiche di importazione.
Figura 2 – Impronta del carbonio di granella di soia di diversa provenienza (Fonte: Agri-footprint 5.0)
A ciò si aggiunga che nelle modifiche al Disciplinare del Prosciutto di Parma attualmente in esame a livello comunitario è stata inserita la condizione che almeno il 50% della sostanza secca delle materie prime per i suini, su base annuale, provenga dalla zona geografica di allevamento, cosa manifestamente impossibile mantenendo gli alti livelli attuali di inclusione di farine di estrazione di soia nei mangimi per suini.
Le modifiche al Disciplinare del Prosciutto di Parma (Gazzetta Ufficiale n.161 del 5 agosto 2020), tuttora al vaglio dell’Unione Europea, erano necessarie dopo oltre 30 anni dalla prima stesura, a fronte dei progressi tecnici avvenuti nel settore, con particolare riferimento ai risultati del miglioramento genetico, all’accresciuta professionalità degli allevatori, alle conoscenze scientifiche maturate, sia nel campo della nutrizione animale che degli alimenti zootecnici, e non ultimo della normativa che regola l’attività di allevamento. La finalità delle modifiche per quanto riguarda l’alimentazione, è di aumentare l’elasticità di formulazione della dieta (ad esempio l’aumento della possibile inclusione di mais al 65% e del pisello proteico al 25%), senza allentare i vincoli necessari a garantire una qualità delle carni e dei grassi idonea alle lunghe stagionature.
Da tutti questi elementi scaturisce il progetto Sò-ppeso, che prevede di studiare sistemi agronomici per la produzione di alimenti alternativi al mais (qualora le possibilità di irrigazione ne precludono l’efficienza di coltivazione) ed alla soia, di utilizzarli nel razionamento considerando le recenti prescrizioni del Disciplinare di produzione del Prosciutto di Parma e di ridurre al minimo l’impatto ambientale sia della formulazione dei mangimi sia nella produzione del suino pesante. Certamente i territori lombardi dove operano le cooperative che partecipano a progetto sono quelli che più facilmente potranno avere ancora a disposizione acqua per irrigare, non certo nei volumi passati come indicato nelle fasi introduttive del progetto. Per altro aree di produzione di mais particolarmente adatto all’alimentazione del suino (si veda azione 4) potranno essere mantenute a fronte di una migliora utilizzazione delle idriche: per esempio il progetto LESS ha dimostrato che i volumi di irrigazione possono essere ridotti del 75% tra scorrimento e uso della manichetta a parità di produzioni.
1.2 Composizione dell’aggregazione e breve descrizione delle attività/competenze di ogni partner
Il progetto viene presentato da alcune aziende che operano nella filiera di produzione del suino pesante in Lombardia, le quali intervengono a supporto delle imprese socie con la fornitura di mangimi e di assistenza tecnica. Queste sono affiancate da un organismo di ricerca con specifiche competenze nell’allevamento del suino e nella valutazione della qualità degli alimenti e delle carni e da un organismo di ricerca attivo nella valutazione tecnica economica delle innovazioni e nel trasferimento tecnologico in agricoltura e zootecnia.
Il capofila è Comazoo, Cooperativa per il miglioramento agricolo e zootecnico, mangimificio ed essiccatoio cooperativo con sede a Montichiari (BS). Comazoo opera da oltre trent’anni per il miglioramento agricolo zootecnico, rappresentando oggi circa 1500 soci allevatori e agricoltori, di cui circa il 30% allevatori di suini e, per la maggior parte, maiscoltori conferenti all’essiccatoio, distribuiti principalmente nelle province della Lombardia. Oggi Comazoo produce e vende circa 300.000 tonnellate tra materie prime e mangimi, di cui circa la metà sono destinati all’alimentazione della filiera del suino pesante DOP. L’attività della cooperativa, senza scopo di lucro, è sempre stata finalizzata al raggiungimento di soluzioni nutrizionali zootecniche caratterizzate dal miglior punto di efficienza tecnico economica, a partire dalla massima valorizzazione delle coltivazioni aziendali. Inoltre, in quest’ottica, negli ultimi anni si è particolarmente focalizzata sullo sviluppo di sinergie di filiera al fine di acquisire sistemi produttivi sempre più efficienti e sostenibili, da un punto di vista ambientale, etico ed economico.
Quadrifoglio, Soc. Coop. Agricola, ubicata a Castellucchio (MN), oggi è costituita da 100 soci, è nata negli anni ’70, con lo scopo di fornire un supporto alle aziende cerealicole della zona per le attività di essiccazione e stoccaggio di mais. Il prodotto veniva poi utilizzato per la maggior parte dalle aziende zootecniche (bovini e suini) socie, vendendo le eccedenze sul mercato locale. Con il passare degli anni si è diversificata la composizione della base sociale che ha aumentato la percentuale di rappresentanza dei cerealicoltori puri, ovvero senza allevamento. Questo ha consentito alla cooperativa di incrementare la quantità e la qualità di materia prima trasformata: mais, frumenti teneri e duri, orzo, soia, pisello proteico sia ad uso zootecnico che alimentare umano, per un volume annuo complessivo di oltre 20.000 tonnellate di granella. Oltre all’impianto di essiccazione, lavorazione e stoccaggio la cooperativa gestisce 2 ettari di SAU, una parte dei quali saranno messi a disposizione per il presente progetto.
Azienda Agricola Perini Fabio, ubicata in Ospitaletto comune di Marcaria (MN), nasce nel 1994 da un primo nucleo di 22 ettari di terreno, come coltivazione di cereali, mais e orzo, e, gradualmente si specializza prima nella coltivazione di patate e successivamente pomodoro da industria, fagiolo borlotto e pisello ad uso alimentare umano. Negli anni l’azienda arriva all’attuale superficie di 110 ettari e, per garantire le rotazioni adeguate, ha inserito anche la coltivazione di barbabietola.
Per soddisfare le esigenze EFA, l’azienda ha introdotto da alcuni anni la semina di pisello proteico a semina invernale. Questo prodotto, negli anni, è stato valorizzato dalla Quadrifoglio soc. coop. Agricola a cui viene conferito e successivamente destinato a filiere zootecniche per la produzione di carni suine e carni bianche bovine. L’interesse dell’azienda a partecipare al progetto è quindi riferito all’individuazione delle varietà di pisello più idonee, per qualità e resa produttiva, alle condizioni pedoclimatiche territorio.
Azienda Agricola Colle Fiorito, sita a Rivalta S/M nel comune di Rodigo (MN), è un’azienda agro-zootecnica nata nel 1940 che produce circa 20.000 suini/anno destinati al circuito DOP, gestendo le fasi produttive di magronaggio e ingrasso. L’azienda si compone inoltre di 185 ettari di terreno in conduzione sul quale la coltura principale è il mais in successione con orzo, grano tenero e pisello proteico, introdotto negli ultimi tre anni.
CREA-ZA, fa parte del Centro di Ricerca Zootecnia ed Acquacoltura del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e Analisi dell’economia agraria
La sede di San Cesario sul Panaro del CREA-ZA svolge attività di ricerca su diversi aspetti dell’allevamento del suino, dall’alimentazione (inclusa la produzione delle materie prime) fino alla valorizzazione degli effluenti zootecnici, avendo a disposizione delle attività sperimentali, due aziende agricole per complessivi 180 ettari circa e un allevamento con 40 scrofe in riproduzione con differenti possibilità per la gestione dell’ingrasso. In particolare ha competenze su: formulazione di diete idonee a migliorare la qualità delle carni, salvaguardare lo stato di salute dell’animale e contenere l’impatto ambientale negativo dell’allevamento; allevamento del suino allo stato brado e con metodo biologico; valutazione di materie prime idonee a essere utilizzate come alimenti o additivi alla dieta; valorizzazione degli effluenti per usi agricoli (fertilizzazione delle colture con effluenti tal quali o trasformati) ed energetici (biogas).
Fondazione CRPA Studi Ricerche – ETS (in breve FCSR) è organismo di ricerca e sperimentazione, è nata nel 1999 per volere del CRPA al quale ha trasferito parte delle proprie attività di ricerca e sperimentazione. FCSR ha esperienza pluriennale in ricerche e sperimentazioni nel settore delle produzioni animali e dell’agroindustria. In relazione al presente progetto esprime competenze nelle seguenti attività: studi economici, costi di produzione, valutazione della competitività dei principali comparti del settore zootecnico; sperimentazioni di filiera nel settore delle carni suine e del latte; prove, sperimentazioni e validazioni di mezzi tecnici per l’allevamento e per l’azienda zootecnica; sperimentazione di tecniche e tecnologie per la gestione dei reflui zootecnici e dell’impatto ambientale della zootecnia; valutazione delle colture ad uso zootecnico ed energetico.
2. ANALISI DEI FABBISOGNI
2.1 Analisi dei punti di debolezza e dei fattori di miglioramento della realtà produttiva
Punti di debolezza – In Lombardia vengono allevati 4.493.155 suini, di cui il 95% sono nella fase produttiva di magronaggio e ingrasso (Dati ERSAF 2019).
Figura 3 – Intensità zootecnica in Lombardia
L’importanza della zootecnia lombarda viene evidenziato dal fatto che ospita il 50% circa del patrimonio suinicolo nazionale, con un carico di bestiame per ettaro di SAU pari a 4,65 capi (dato Istat, SPA 2019), localizzati nelle così dette “Aree intensive ad agricoltura specializzata” per il PSR 2014-2020.
Questa intensità di allevamento è sostenuta da piani colturali altrettanto intensivi, basati principalmente sulla coltivazione del mais (da destinare a granella o pastone) in monosuccessione e sull’importazione di farina di estrazione di soia OGM di origine extra continentale. Negli ultimi decenni gli avvicendamenti e i prati permanenti così come le leguminose foraggere, che garantivano il mantenimento della sostanza organica del suolo, hanno visto una progressiva riduzione. Di fatto è documentato il progressivo impoverimento del suolo della Pianura Padana, e il costante aumento della prevalenza di infestazioni fungine (principalmente micotossine) del mais. La sostanza organica del suolo, composta per circa il 60% da Carbonio Organico (CO), è un dinamico, complesso e fondamentale componente del suolo e del ciclo globale del carbonio. Pur rappresentando solo una piccola percentuale del suolo (generalmente tra 1% e 5%) ne controlla molte delle proprietà chimico, fisiche e biologiche, risultando il costituente più importante e l’indicatore chiave del suo stato di qualità, nonché favorisce l’immobilizzazione del carbonio nel suolo.
Nonostante le “Aree intensive ad agricoltura specializzata”, la zootecnia italiana, e in particolar modo quella lombarda dipende fortemente dall’acquisto e importazione di materie prime, europee e mondiali. Infatti, gli alimenti concentrati che apportano energia e proteine sono in buona parte acquistati e gli alimenti proteici sono principalmente costituiti da farina di estrazione di soia di importazione. Ne consegue che, la volatilità dei mercati e la disponibilità di materie prime dipendenti dalle attuali situazioni geopolitiche condizionano pesantemente la sostenibilità e competitività della nostra filiera suinicola nazionale sia da un punto di vita economico sia ambientale.
Per quanto riguarda le prospettive di mercato per il 2022, i membri FEFAC/Unione Europea, prevedono che i settori dei suini e del pollame dell’UE riducano le loro attività a causa dell’alto costo delle materie prime, della minore domanda di mercato e dell’espansione dei focolai di influenza aviaria e Peste Suina Africana in diversi paesi.
Complessivamente, si stima che la produzione di mangimi diminuirà del 2,9% (ovvero 4,3 milioni di tonnellate) rispetto al 2021, con un calo maggiore per il settore dei suini (4,2%). Tuttavia, le incertezze del mercato rimangono molto elevate a causa dell’attuale situazione geopolitica.
La perdita di mais, farina di girasole e altre materie prime per mangimi da Ucraina e Russia potrebbe essere solo parzialmente compensata dall’aumento delle importazioni dalle Americhe, principalmente da Stati Uniti e Canada.
L’Indice dei Prezzi dei Cereali della FAO ha registrato a maggio 2022 una media del 29,7% in più rispetto a maggio 2021. I prezzi internazionali del grano hanno raggiunto una media del 56,2% sopra il valore dell’anno scorso e appena l’11% al di sotto del massimo record raggiunto nel marzo 2008. Il forte aumento dei prezzi del grano è stato il risultato dell’annunciato divieto di esportazione dell’India, insieme alle preoccupazioni per le condizioni dei raccolti in diversi importanti paesi esportatori, nonché alle prospettive di una minore produzione in Ucraina a causa della guerra. I prezzi internazionali dei cereali secondari sono del 18,1% al di sopra del loro valore di un anno fa. Sebbene le condizioni del raccolto siano leggermente migliorate negli Stati Uniti d’America, le forniture stagionali in Argentina e l’imminente inizio del raccolto principale in Brasile, il mais è rimasto del 12,9% al di sopra del livello registrato a maggio 2021.
Introdotta per la prima volta in Europa nel 1700, la soia è diventata una delle commodities (materie prime) più importanti al mondo. Circa il 55% della produzione mondiale di soia si trova nelle Americhe. La quota degli Stati Uniti nell’esportazione della soia ammonta al 37%. Nel razionamento del suino pesante la farina di estrazione di soia è tra le materie prime che più impattano sulla variabilità dei costi razione e sul suo impatto ambientale. Lo dimostra il grafico sotto riportato per quanto riguarda l’andamento del suo mercato 2022. In fondo il riassunto che consente una rapida comparazione rispetto agli ultimi anni.
Figura 4 – Quotazione della soia f.e degli ultimi quattro anni in relazione ad altri fattori di produzione e prezzi degli alimenti zootecnici (fonte ISMEA, 2022) | ![]() |
Figura 5 – Comparazione delle quotazioni di diverse tipologie di mangimi degli ultimi quattro anni (fonte ISMEA, 2022) | ![]() |
Figura 6 – Prezzo della soia f.e degli ultimi tre anni (fonte 3tre3.it, 2022) | ![]() |
Figura 7 – Prezzi dei suini da macello pesanti 160-176 kg (c.t.) – Cun Suini (fonte Crefis, 2022) | ![]() |
L’attuale costo di produzione del suino pesante per il circuito tutelato è maggiore di 1,6 euro/kg peso vivo, di cui circa il 60% è rappresentato dai costi alimentari che, nel 2020, anno di pandemia erano a circa il 50%. È quindi evidente che poter agire sull’efficientamento tecnico economico della razione è il principale elemento discriminante i costi di produzione.
Secondo il rapporto sull’andamento della suinicoltura italiana pubblicato da Crefis a giugno 2022 (crefis.it), prosegue la crisi della filiera nazionale, in primo luogo a livello di allevamento. La redditività dell’allevamento a ciclo chiuso si colloca, per il 5° mese consecutivo, ai livelli più bassi dal 2015, inferiori anche rispetto al peggiore periodo di crisi dovuta alla pandemia (maggio-giugno 2020). In particolare, il calo dei prezzi dei suini da macello pesanti, ha portato a una forte diminuzione (-11,1%) della redditività degli allevatori impegnati nella fase di ingrasso. Contestualmente si registra anche una riduzione della redditività dei macellatori a causa del calo delle quotazioni di alcuni tagli di carne suina fresca, così come è in diminuzione anche la redditività della fase di stagionatura del Parma DOP, soprattutto a causa degli effetti del maggior costo sostenuto dagli stagionatori per l’acquisto delle cosce fresche ad inizio stagionatura.
Oltre agli aspetti economici va considerato che la produzione suinicola (attività agricola e di allevamento) si svolge in modo intensivo in aree comunque già fortemente antropizzate e dove la gestione della compatibilità ambientale è un serio problema per:
- competizione nell’uso delle risorse, soprattutto di terra, con altre attività;
- difficoltà di accettabilità sociale dell’attività agro-zootecnica (odori, benessere animale, potenziale inquinamento delle acque da azoto e fosforo);
- crescente attenzione dell’opinione pubblica, così come lo sviluppo della normativa ambientale, riguardo alla produzione di gas ad effetto serra (GHG) ed ammoniaca ed ai loro effetti sul clima e le forti responsabilità che vengono attribuite in tal senso all’allevamento intensivo.
Le problematiche connesse alla gestione della competitività dell’allevamento suinicolo, con particolare riferimento alle fonti di razionamento, sono sostanzialmente da riferire a:
- Le criticità generate da una difficile dinamica del mercato delle materie prime con riferimento alla loro disponibilità e alta volatilità dei prezzi che, se dovesse perdurare potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza di molte aziende. In questo contesto assume un ulteriore valenza l’adozione di nuove soluzioni agronomiche che possa efficientare la quota di autoapprovvigionamento, inserito in un circuito virtuoso di produzione aziendale o di filiera cooperativa.
- La provenienza delle materie prime, la quantità e qualità degli alimenti da utilizzare in stalla sono componenti che influenzano l’efficienza di utilizzazione delle razioni ai fini dell’efficienza azotata e conseguentemente l’intensità delle emissioni di GHG. La coltivazione della soia viene effettuata, in particolare nel continente sudamericano, sostituendola ad ambienti naturali. Questo, oltre all’inquinamento generato dai lunghi trasporti marittimi, rende la farina di estrazione di soia uno degli alimenti a più elevato impatto ambientale dell’alimentazione dei suini. Perseguire l’approvvigionamento delle materie prime proteiche entro la rete cooperativa del distretto di produzione del suino pesante, può migliorare l’impronta del carbonio della carne prodotta oltre che rispondere alle nuove richieste dei disciplinari dei prosciutti a DOP.
- Aumento degli stock di carbonio nel suolo. Il ruolo degli avvicendamenti si manifesta in modo molto importante anche nel sequestro del carbonio nei suoli che, come premesso, si sta rarefacendo anche in molte zone della Pianura Padana.
- Disponibilità idrica per la coltivazione del mais.
- Il Disciplinare ha aumentato la quota ammissibile in razione per il suino pesante del mais. Lo stesso Disciplinare pone però un vincolo alla percentuale (2%) di acido linoleico contenuto nella sostanza secca della razione, poiché questo influenza direttamente un altro importante parametro di controllo quale il numero di iodio nel grasso di copertura. Da analisi effettuate dal CREA in monitoraggi precedenti eseguite su campioni varietali di mais conferiti all’essiccatoio Comazoo, sono emerse delle notevoli differenze nel contenuto di acido linoleico del mais. In particolare il valore minimo è risultato essere pari al 1,39% mentre il massimo di 2,66%. Facendo delle simulazioni in razioni di finissaggio destinate al suino pesante DOP questi valori consentirebbero con una possibile inclusione di mais rispettivamente del 65% e 45%, comportando di fatto una differenza significativa nella possibile inclusione di mais in razione. Questo potrebbe quindi tradursi in seri limiti nell’ottimizzazione tecnico economica dei costi alimentari, e soprattutto nella corretta valorizzazione del mais autoprodotto.
Fattori di miglioramento – Il progetto Sò-ppeso intende impostare, testare e dimostrare la sostenibilità ambientale ed economica di nuovi modelli di razionamento del suino pesante compatibili con le nuove indicazioni del Disciplinare DOP.
I fattori di miglioramento di questo progetto sono specificatamente riferiti a buone pratiche che:
- contribuiscono al miglior efficientamento dei costi alimentari e quindi di produzione del suino pesante attraverso la comparazione e valutazione dinamica delle soluzioni nutrizionali possibili rispetto alle materie prime disponibili;
- aumentano la possibile percentuale di inclusione di alcune materie prime utilizzabili nell’alimentazione del suino pesante (quali pisello proteico e sorgo), con particolare riferimento a soluzioni che possono meglio adattarsi a zone con scarsa disponibilità idrica;
- favoriscono avvicendamenti con colture (es. leguminose) utili a migliorare la sostanza organica del suolo, fenomeno propedeutico alla riduzione degli input chimici e al naturale contenimento delle infestanti;
- supportino gli imprenditori agricoli riguardo le migliori scelte di rotazione colturale che possano consentire il massimo impiego di materie prime di produzione comprensoriale, e quindi di conseguenza ridurre l’esposizione dei propri costi di produzione alla disponibilità e volatilità del mercato;
- individuino le varietà di mais che meglio rispondono, per contenuto di ac. linoleico, alle necessità dell’alimentazione del suino pesante, alla luce della nuova possibile inclusione concessa dal Disciplinare;
- valutino quali soluzioni nutrizionali, a parità di efficienza produttiva, consentano da una parte di ridurre i costi di produzione del suino pesante e, dall’altra di ridurre l’impatto ambientale, non solo in termini di azoto escreto degli animali, ma anche in termini di impronte ambientali quali le emissioni in atmosfera, il fabbisogno in energie non rinnovabili, l’acidificazione, l’eutrofizzazione, l’occupazione di terreno coltivabile, il fabbisogno in fosforo.
Il progetto intende inoltre disegnare un percorso di sostenibilità del sistema produttivo suinicolo come elemento distintivo ed eventualmente spendibile a livello commerciale.
2.2 Prospettive di sviluppo delle aziende partner
Comazoo e Coop. Quadrifoglio, in qualità di aziende cooperative di servizio ed assistenza alla base sociale e valorizzazione del prodotto che da essi ricevono, hanno come primo interesse il mantenimento dell’attività dei propri soci, in questo caso produttori di seminativi e allevatori suinicoli. Questo potrà avvenire solo se l’allevamento ritroverà una compatibilità con l’ambiente e il corretto rapporto tra costi di produzione e valorizzazione del suino pesante. In tal senso, la possibilità di diffondere buone pratiche e nuove possibili soluzioni è la condizione nel lungo periodo necessaria per la sopravvivenza dell’attività zootecnica; ricondurre tale impegno ad una diversificazione produttiva certificabile e remunerabile è una sfida per il breve periodo.
Con l’obiettivo di diffondere alla base sociale uno sviluppo in tal senso, la Coop. Quadrifoglio si è resa disponibile per il progetto a costituire la sede di applicazione delle buone pratiche agronomiche, mettendo a disposizione terreni e risorse per far le prove e i confronti varietali; mentre la coop Comazoo in qualità di mangimificio cooperativo, provvederà a simulare le possibili soluzioni tecnico economiche alla luce dei risultati di campo. Inoltre Comazoo, in qualità di essiccatoio cooperativo provvederà a fornire i campioni di mais per una loro mappatura del contenuto di ac. linoleico, in modo da poter dare utilissime indicazioni ai soci produttori e alle commissionarie agricole di servizio a loro collegate.
Le aziende Perini Fabio e Colle Fiorito si rendono disponibili a metter in pratica le innovazioni trattate dal progetto in termini di nuove colture e tecniche di alimentazione dei suini, e in tal senso potranno essere le prime a beneficiare dei risultati tecnici del progetto.
Il successo delle tecniche che si intendono dimostrate e diffondere con il progetto darà un contributo al mantenimento dell’attività zootecnica in Lombardia, che potrà avvenire solo a fronte di uno sviluppo culturale e tecnico nei confronti del tema ambientale.
2.3 Altri progetti correlati
- Produzioni zootecniche lombarde a basse emissioni, eco compatibili e resilienti – Low EmiSSion farming PSR 2014-2020 Regione Lombardia. Misura 1 – “Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione” Sottomisura 1.2 – “Sostegno a attività dimostrative e azioni di informazione” Operazione 1.2.01 “Progetti dimostrativi e azioni di informazione” Bando 2019, d.d.s. 06 agosto 2019 n. 11791
- Strumenti di autocontrollo del bilancio dell’azoto per l’applicazione delle BAT in suinicoltura PSR 2014-2020 REGIONE EMILIA-ROMAGNA Misura 16.1.01 – Gruppi operativi del partenariato europeo per la produttività e la sostenibilità dell’agricoltura. 5D – Ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di ammoniaca prodotte dall’agricoltura.
- R-Innova Pro-Ve – Programma Interregionale “Azioni di innovazione e ricerca a supporto del piano proteine vegetali” (https://www.crpa.it/nqcontent.cfm?a_id=5509&tt=crpa_www&sp=proteiche)
- Selezione e gestione del mais per la qualità del suino pesante (MaSPes). REGIONE LOMBARDIA. Programma regionale di ricerca in campo agricolo 2004-2006. Progetto di ricerca n. 703.
- Progetto LR 28/98 Regione Emilia-Romagna – Innovazione alimenti zootecnici. Innovazione nella produzione ed utilizzazione degli alimenti proteici ed energetici destinati agli allevamenti zootecnici dell’area del sisma dell’Emilia-Romagna: vacche da latte per Parmigiano Reggiano e suini per il circuito salumi DOP.
3. OBIETTIVI DEL PROGETTO E RISULTATI ATTESI
3.1 Definizione dell’ambito di innovazione che il progetto intende sviluppare
Il progetto Sò-ppeso prevede di studiare specie, varietà da inserire in avvicendamenti colturali sostenibili, finalizzati alla produzione di materie prime da impiegare nell’alimentazione del suino pesante che siano alternativi al mais ed alla soia. Questi saranno inseriti in formulazioni di mangimi tali da ottemperare alle prescrizioni del Disciplinare del Prosciutto di Parma (base per molte altre DOP e IGP a base di carni suine) e al contempo di ridurre al minimo l’impatto ambientale del mangime in quanto tale, così come del prodotto derivato suino pesante.
Infatti, la maggiore elasticità di utilizzazione degli alimenti consentita dal nuovo Disciplinare del Prosciutto di Parma, dovrebbe consentire di formulare mangimi che, a parità di efficienza produttiva consentano da una parte di ridurre i costi di produzione del suino pesante e, dall’altra di ridurre l’impatto ambientale, non solo in termini di azoto escreto degli animali, ma anche in termini di impronte ambientali: a fianco alle emissioni in atmosfera, siano di gas clima alteranti (GHG) o ammoniaca, saranno prese in considerazione, ad esempio, il fabbisogno in energie non rinnovabili, l’acidificazione, l’eutrofizzazione, l’occupazione di terreno coltivabile, il fabbisogno in fosforo.
Questi elementi, sulla base di inventari già esistenti ed in continua evoluzione, possono essere calcolati sia per kg di mangime che per kg di suino prodotto.
3.2 Obiettivi specifici del progetto
L’ambito di innovazione da sviluppare sarà sostanziato dal raggiungimento di 4 obiettivi specifici che individuano altrettante azioni del progetto
- Individuazione di varietà di sorgo, orzo e pisello proteico idonee ad ottenere elevate produzioni di granella in ambienti lombardi caratterizzati da ridotte disponibilità idriche
- Formulazioni di mangimi e razioni che rispondano da un lato alla miglior efficienza tecnico-economica e dall’atro alla riduzione delle impronte ambientali
- Valutazione delle performance produttive ed ambientali delle formulazioni mangimistiche approntate: prove in stazione sperimentale e test in allevamento
- Caratterizzazione del contenuto in acido linoleico del mais ai fini del miglior impiego nell’alimentazione del suino pesante del circuito DOP per garantire la qualità del grasso di copertura.
3.3 Tipologia di intervento e azioni previste nel progetto
Azione 1 – Individuazione di varietà di sorgo, orzo e pisello proteico idonee ad ottenere elevate produzioni di granella in ambienti lombardi caratterizzati da ridotte disponibilità idriche
Cereale vernino, l’orzo non richiede irrigazioni, ha un livello proteico e un contenuto di aminoacidi essenziali elevato: la lisina è superiore del 50-70% a quella del mais (0,46 vs 0,27 in % ss, INRA, 2002). Ha raccolta anticipata rispetto al frumento, si adatta ad ambienti marginali molto diversificati, tranne terreni acidi o soggetti a ristagni.
Il sorgo è l’alternativa naturale al mais negli areali a ridotta piovosità. Gli ibridi si differenziano principalmente per ciclo di maturazione, tenore di acido tannico, colore della granella e forma del panicolo. Le classi FAO più diffuse sono le 200, 300, 400 e 500, che distinguono cicli vegetativi con intervalli tra emergenza e maturazione compresi tra 100 e 130 giorni.
In relazione al tenore in tannino, gli ibridi sono classificati in 4 fasce commerciali:
FASCIA | Tannino % |
I | < 0,30 |
II | 0,31 – 0,65 |
III | 0,66 – 1,00 |
IV | > 1,00 |
La digeribilità e il valore commerciale della granella diminuiscono progressivamente passando dalla fascia I alla IV, anche se il parametro è influenzato dalle caratteristiche pedo-climatiche dell’ambiente di coltivazione.
Il pisello proteico da tempo non è oggetto di verifica dell’adattamento agli ambienti italiani delle cultivar reperibili sul mercato. In Lombardia questa coltura è stata poco utilizzata, tranne ai fini del greening, per altro al momento sospeso, e gli ultimi dati di un confronto sistematico tra 15 varietà risalgono al biennio 2006-2007 del progetto interregionale RinnovaProVe (https://www.crpa.it/nqcontent.cfm?a_id=1199). Da questo progetto è emersa l’indicazione di una semina autunnale del pisello proteico, da adottare in tutto il territorio nazionale ai fini del migliore sfruttamento delle piogge e quindi della produttività in termini di granella. Tuttavia, nelle prove condotte al Nord, alcune varietà si erano dimostrate poco resistenti al freddo, soprattutto nelle fasi di antesi e allegagione, che determinano e rese produttive molto differenti negli anni.
L’obiettivo dell’azione è valutare la capacità di adattamento, le rese produttive e il valore nutritivo di varietà di orzo, sorgo da granella e pisello proteico, testate nelle condizioni agro-ambientali della pianura mantovana.
In Italia il miglioramento genetico dell’orzo è stato trascurato, e oggi sono disponibili varietà tedesche, francesi e inglesi, soprattutto distiche e primaverili, poco resistenti al freddo. Per introdurle negli areali padani è necessaria una accurata valutazione della loro adattabilità alle nostre condizioni ambientali. In particolare va accertata la resistenza al freddo delle varietà selezionate per essere seminate dopo l’inverno nei paesi d’origine, ma che in Italia vengono seminate in autunno. La varietà ideale di orzo dovrebbe essere: resistente al freddo tanto da poter essere seminato con sicurezza in autunno e all’allettamento (taglia bassa); precoce, ma senza eccessi per non incorrere nel pericolo delle gelate tardive primaverili; resistente alle malattie e alla rottura delle spighe; produrre granella di qualità per l’uso richiesto.
Nel caso del sorgo la scelta varietale sarà orientata a ibridi con le seguenti caratteristiche: classi 400-500 per colture di primo raccolto, 200-300 per colture intercalari o di primo raccolto nelle aree a ridotta disponibilità idrica; basso acido tannico; granella bianca; elevata capacità di accestimento; resistenza all’allettamento; elevato tenore di amido; elevata distanza (eserzione) del panicolo dall’ultima foglia (carattere “combine”) per migliorare la raccolta.
Saranno realizzate 2 prove di confronto varietale comprendenti 10 tesi per ciascuna specie di cereali per la produzione di granella ad uso zootecnico. Il disegno sperimentale utilizzato è quello a blocchi randomizzati con quattro ripetizioni per ogni materiale, per un totale di 40 parcelle elementari di orzo e 40 di sorgo.
Specie | Epoca | Tesi | Ripetizioni | N. parc. |
Orzo | Ottobre 2022 | 10 | 4 | 40 |
Sorgo da granella | Maggio 2023 | 10 | 4 | 40 |
Pisello proteico | Ottobre 2022 | 10 | 4 | 40 |
TOTALE | 120 |
Le varietà in prova saranno scelte tra quelle proposte sul mercato in relazione alle diverse tipologie di materiale per gli orzi (distico, polistico, ibrido) e alle caratteristiche della granella di sorgo in funzione della destinazione d’uso e al ciclo di maturazione.
Oltre alle principali caratteristiche bio-morfologiche delle tesi in prova, i rilievi effettuati sulle varietà saranno la produzione di granella alla trebbiatura e la produzione di sostanza secca. I risultati saranno rapportati all’unità di superficie ed elaborati statisticamente per evidenziare eventuali differenze significative tra le medie. Tutti i campioni elementari (40 + 40) saranno analizzati per la composizione: proteina grezza, grasso greggio, ceneri grezze, fibra grezza, amido, oltre ai principali macro e microelementi. Saranno calcolate le produzioni di proteina ed energia per ettaro.
I risultati attesi sono le indicazioni produttive e di qualità delle granelle per la scelta delle più idonee ad essere prodotte nell’areale in cui opera la cooperativa Quadrifoglio e da utilizzare per alimentare i suini destinati ai circuiti delle DOP.
Relativamente al pisello proteico, tra le varietà individuate nelle prove varietali, ne saranno scelte alcune da destinare ad una produzione dimostrativa di pieno campo presso Azienda Agricola Perini Fabio. L’azienda destinerà almeno un paio di ettari alla coltivazione del pisello proteico, dando la possibilità di verificare anche nelle condizioni delle aziende lombarde il comportamento produttivo del pisello.
Azione 2 – Formulazioni di mangimi a ridotte impronte ambientali
Nei primi 3 mesi del progetto, verranno formulate, alla luce del nuovo Disciplinare, diverse ipotesi di mangimi per suini in accrescimento ingrasso, valutandone il costo di produzione, alla luce del costo medio delle materie prime negli ultimi anni, e l’impronta ambientale. In particolare, le simulazioni verteranno sia sulla composizione di mangimi completi sia su razioni aziendali formulate con mangimi complementari e materie prime aziendali, impiegando orzo, sorgo e pisello proteico in alternativa (parziale o totale) a mais e soia.
Quelle che risulteranno più interessanti in base all’apporto di elementi nutritivi, al costo ed all’impatto ambientale, saranno scelte quali formulazioni da porre a confronto con una formulazione tradizionale a base di mais e farina di estrazione di soia nell’azione 3.
In considerazione degli obiettivi di sostenibilità economica ed ambientale in termini di approvvigionamento delle materie prime per l’alimentazione del suino pesante destinato al circuito delle DOP, si andranno a valutare le impronte ambientali (principalmente carbonica ed idrica) dei mangimi formulati come da azioni precedenti. In ogni caso saranno presi in considerazione altri indicatori ambientali forniti dall’analisi LCA condotta.
L’impronta del carbonio (o Carbon Footprint, CFP) è il potenziale di riscaldamento globale associato alle emissioni di gas climalteranti (GHG) per la produzione di un bene. La CFP è la somma di tutte le emissioni e delle rimozioni di GHG di un prodotto in tutto il suo ciclo di vita, che in caso va dalla lavorazione della terra alla trasformazione/conservazione del mangime.
La metodologia di calcolo della CFP (quantificata in kg CO2eq, convertendo in questa unità tutti i gas serra non-CO2) utilizza l’analisi del ciclo di vita Life Cycle Assessment (LCA), realizzata seguendo protocolli internazionali (norme ISO 14040-44:2006 e ISO 14067:2018).
I principali dati necessari alla quantificazione della impronta carbonica dei prodotti oggetto di studio verranno raccolti con appositi questionari presso la cooperativa Quadrifoglio e presso altri conferenti a Comazoo, ai quali si andranno ad aggiungere altri risultati raccolti in aziende del territorio lombardo per le medesime materie prime. Per le colture di importazione si ricorrerà ai dati e risultati riportati nelle banche dati internazionali individuate allo scopo. Per altri dati che non sono immediatamente disponibili (quali ad esempio, le emissioni di gas serra dovute alla produzione delle sementi, dei concimi o dei carburanti) si farà ricorso a banche dati internazionali (ad es. Ecoinvent). Lo studio LCA, dalla fase agricola alla successiva lavorazione e trasformazione dei prodotti, metterà in luce i punti su cui agire per una riduzione dei consumi energetici ed idrici e, in generale, delle impronte ambientali.
L’impronta idrica indica il consumo della risorsa acqua per un determinato processo, in questo caso i consumi derivati dalle produzioni agricole delle biomasse in studio, con le differenti accezioni.
- Acqua BLU: acque superficiali e sotterranee destinate all’uso agricolo, domestico e industriale: va ad incidere su falde acquifere e acque superficiali, contribuendo così alla scarsità d’acqua.
- Acqua VERDE: acqua piovana evapotraspirata, quindi del sistema pianta-pioggia-suolo
- Acqua GRIGIA: è l’acqua inquinata, quantificata come il volume di acqua necessario per diluire gli inquinanti per ripristinare la qualità originaria delle acque.
La metodologia adottata per il calcolo della impronta idrica è quella di Hoekstra et al. (2011) e segue la norma ISO 14046.
Azione 3 – Valutazione delle performance produttive ed ambientali delle formulazioni mangimistiche approntate: prove in stazione sperimentale e test in allevamento
I mangimi scelti in azione 2 saranno adottati nell’allevamento del suino pesante per il circuito DOP nelle fasi di accrescimento ingrasso sia in prove in stazione che in allevamento. Per entrambe le prove verranno valutate, ancorché con impostazioni e scopo diversi, le prestazioni produttive, il bilancio dell’azoto, le impronte ambientali commesse alla produzione del kg di peso vivo e la qualità delle carni.
Prova sperimentale in stazione presso CREA ZA – Saranno posti a confronto un mangime tradizionale a base di mais e farina di estrazione di soia e i due mangimi derivanti dall’azione 2. Allo scopo saranno utilizzati 72 suini di incrocio Duroc Italiana X Large White italiana, suddivisi il più omogeneamente possibile nelle 3 tesi di 24 animali, ognuna delle quali suddivisa in 6 box da 4 animali, di cui 3 di maschi e 3 di femmine.
Di questi animali verranno rilevati il peso vivo iniziale, il peso ogni 28 giorni ed il peso finale una volta raggiunta l’età ed il peso idonei per la macellazione.
Verranno calcolati gli accrescimenti e gli indici di conversione dell’alimento.
In sede di macellazione verranno rilevati il peso della carcassa ed il tenore in carne magra. Verranno prelevati campioni di grasso di deposito per valutare la conformità ai requisiti del Disciplinare dl Prosciutto di Pama e verranno altresì misurati il pH a 45’ e a 24 ore dalla macellazione. A 24 ore dalla macellazione verrà altresì rilevato il colore della carne sui muscoli semimembranoso e bicipite femorale.
Sui risultati ottenuti saranno calcolati il bilancio dell’azoto per capo prodotto ed le impronte ambientali per kg di accrescimento prodotto.
Prova dimostrativa presso azienda Az. Ag. Colle Fiorito – A fini di dimostrare la possibilità di allevare suini con alimenti autoprodotti e in linea con il Disciplinare di produzione del Prosciutto di Parma, sarà realizzata una prova di accrescimento ingrasso utilizzando una formula messa a punto nell’azione 2. Saranno rilevati i pesi medi a inizio e fine ciclo, i consumi di alimento, calcolati gli accrescimenti e gli indici di conversione dell’alimento, medi per l’intero ciclo. In sede di macellazione verranno rilevati il peso della carcassa ed il tenore in carne magra, il bilancio dell’azoto, le impronte ambientali commesse alla produzione del kg di peso vivo.
Azione 4 – Caratterizzazione del mais ai fini del miglior impiego nell’allevamento del suino pesante
Il Disciplinare ha aumentato la quota ammissibile in razione per il suino pesante del mais. Lo stesso Disciplinare pone però, come abbiamo già evidenziato, un vincolo alla percentuale (2%) di acido Linoleico contenuto nella sostanza secca della razione, poiché questo influenza direttamente un altro importante parametro di controllo quale il numero di iodio nel grasso di copertura. Da analisi effettuate dal CREA in monitoraggi precedenti eseguite su campioni varietali di mais conferiti all’essiccatoio Comazoo, sono emerse delle notevoli differenze nel contenuto di acido linoleico del mais. Questo potrebbe quindi tradursi in seri limiti nell’ottimizzazione tecnico economica dei costi alimentari, e soprattutto nella corretta valorizzazione del mais autoprodotto. Per evitare di uscire dai parametri qualitativi richiesti dal Disciplinare proponiamo una vasta campagna di analisi dei campioni di mais derivanti da differenti varietà coltivate dai soci della cooperativa Comazoo, forniti dall’essiccatoio aziendale, che verranno analizzati con tecnica gascromatografica per quantificarne il contenuto di acido linoleico, i dati serviranno per impostare una curva NIR nel laboratorio della Comazoo stessa, questi dati saranno fondamentali per predire in tempo reale la corretta percentuale di inclusione del mais nella razione dei suini delle varie aziende in funzione del rispetto dei parametri qualitativi del grasso di copertura del prosciutto. Questa attività permetterà quindi di individuare le migliori soluzioni tecnico economiche per l’aderenza al disciplinare del Prosciutto di Parma.
3.4 Prodotti del progetto
Azione 1 – Risultato di confronto varietale (10 orzi, 10 sorghi, 10 piselli proteici) per produttività (granella per ettaro, sostanza secca per ettaro, proteina ed energia per ettaro) e valore nutrizionale di: 120 analisi di granelle per proteina grezza, grasso greggio, ceneri grezze, fibra grezza, amido, micro e macro-elementi.
Azione 2 – Messa a punto di almeno sei diverse tipologie di formulazione di mangimi completi e razioni con materie prime aziendali che impiegano, orzo, sorgo e pisello proteico in alternativa (parziale o totale) a mais e soia e risultati del calcolo delle impronte ambientali per ciascuno.
Azione 3 – Risultati delle verifiche delle performance produttive ed ambientali delle formulazioni mangimistiche utilizzate. Risultati delle prove in stazione sperimentale e dei test in allevamento.
Azione 4 – L’individuazione delle varietà di mais che per titolo di acido linoleico risultano più idonee all’alimentazione del suino pesante del circuito DOP.
3.5 Bibliografia
- Della Casa G., Mordenti A., Virgili R., Rossi A. (2004) Meat Quality of Italian Heavy Pig; Situation, limits and prospects. Atti del 39th Simposio Internazionale di Zootecnia “Meat Science & Research” pag. 63-95. CNR ROMA 10 giugno 2004.
- Della Casa G., Bochicchio D., Faeti V.,. Marchetto G, Poletti E., Rossi A., Panciroli A., Mordenti A.L. Brogna N.. Performance and fat quality of heavy pigs fed maize differing in linoleic acid content. Meat Science 84 (2010) 152-158.
- de Quelen F., Brossard L., Wilfart A., Dourmad J.Y., Garcia-Launay F. (2021). Eco-Friendly Feed Formulation and On-Farm Feed Production as Ways to Reduce the Environmental Impacts of Pig Production Without Consequences on Animal Performance.Front. Vet. Sci., 06 July 2021 | https://doi.org/10.3389/fvets.2021.689012.
- Prandini A, Sigolo S., Giuberti G., Moschini M., Marchetto G., Della Casa G. Effect of replacing corn with hulled and hulless or low-amylose hulless barley varieties on growth performance and carcass quality of Italian growing-finishing pig. Anim. Sci. 2015.93 doi:10.2527/jas2013-7347.
- Wilfart A, Espagnol S, Dauguet S, Tailleur A, Gac A, Garcia-Launay F (2016) ECOALIM: A Dataset of Environmental Impacts of Feed Ingredients Used in French Animal Production. PLoS ONE 11(12): e0167343. doi:10.1371/journal. pone.0167343
4. COOPERAZIONE
4.1 Progettazione e costituzione dell’aggregazione, motivazione della partecipazione di ogni componente (per le aggregazioni già costituite motivare la coerenza del partenariato in funzione della nuova attività intrapresa)
L’aggregazione è costituita dai partner Comazoo Cooperativa per il miglioramento agricolo e zootecnico (capofila), Cooperativa agricola Quadrifoglio, Azienda Agricola Perini Fabio, Azienda Agricola Colle Fiorito, CREA ZA e Fondazione CRPA Studi Ricerche.
Le motivazioni di tale aggregazione sono legate agli obiettivi di progetto e ai ruoli dei singoli già descritti al punto 1.2.
Tutte le aziende partecipanti metteranno a disposizione strutture e personale propri al fine di condurre tutte le attività di progetto.
Le attività di progettazione sono state realizzate dal capofila COMAZOO, in coordinamento con gli altri partner, e con il supporto di un consulente Promocoop Lombardia.
4.2 Gestione dei rapporti fra i partner
Il lavoro di coordinamento e gestione dei partner sarà svolto da Comazoo, in coordinamento con i partner e con il supporto del consulente Promocoop Lombardia.
Il lavoro sarà comunque eseguito con la collaborazione di tutti i partner.
Al fine di garantire un’adeguata gestione delle relazioni tra i partner sono previste le seguenti azioni:
- Formalizzazione dei rapporti con i partner: in base a quanto definito in fase progettuale, l’aggregazione sarà formalizzata attraverso la costituzione di un ATS, sulla base delle attività e del budget di ciascuno.
- Creazione del comitato del progetto – Nel primo mese del progetto sarà creato un comitato di gestione del progetto, costituito da almeno un rappresentante per partner, e che si troverà a cadenza almeno semestrale. Obiettivi degli incontri sono: valutazione dello stato di avanzamento dei lavori (da un punto di vista dello svolgimento delle attività, nelle modalità e tempistiche previste dal progetto e dal punto di vista finanziario, valutando lo stato avanzamento delle spese, in coerenza con il budget presentato), eventuali criticità emerse, messa in campo di azioni correttive, adempimenti e impegni da rispettare, secondo quanto previsto da bando. Almeno una volta all’anno questi incontri vedranno la partecipazione di un referente amministrativo per ogni partner (per affrontare i temi di carattere più amministrativo-finanziario).
In particolare, saranno valutati i seguenti aspetti:
- Verifiche intermedie sull’uso delle risorse e sullo svolgimento delle attività – Monitoraggio e misurazione dell’andamento del progetto e dei prodotti;
- Verifica amministrativa e contabile: registrazione contratti e fatture relative all’attività di progetto;
- Gestione delle non conformità eventuali e predisposizione ed attuazione di piani correttivi.
- Verifiche finali sull’uso delle risorse e sullo svolgimento delle attività.
- Verifica amministrativa e contabile finale: registrazione contratti e fatture relative all’attività di progetto. Produzione rendiconto finanziario finale.
- Verifica tecnica finale: convocazione dei gruppi di lavoro, acquisizione dei prodotti finali, stesura verbale di chiusura attività. Produzione del rendiconto tecnico finale.
Al termine di ogni incontro sarà previsto un report di sintesi dei principali punti emersi, da un punto di vista narrativo (stato avanzamento attività) e finanziario.
Gli incontri potranno essere svolti anche in modalità videoconferenza.
- Organizzazione dei gruppi di lavoro: saranno creati dei gruppi di lavoro specifici per la gestione dei diversi ambiti di intervento, costituiti dal personale dei partner compresi i tecnici delle strutture operanti. Gli incontri dei gruppi di lavoro si svolgeranno costantemente, in coerenza al cronoprogramma. Per ogni gruppo di lavoro sarà nominato uno specifico referente.
Oltre agli incontri in presenza o in videocollegamento, sono previsti anche visite in azienda, contatti telefonici, utilizzo di e-mail, gruppi WhatsApp, ecc. Tra gli aspetti che verranno affrontati ci sono i seguenti:
- Verifica tecnica: valutazione dello stato di avanzamento, visite presso le sedi di esecuzione delle attività, acquisizione di eventuali prodotti, stesura dei verbali.
- Eventuale produzione del rendiconto tecnico in avanzamento.
4.3 Monitoraggio dell’andamento del progetto: metodo adottato e strumenti (cronoprogramma, tempistiche, prodotti intermedi e reportistica)
L’andamento dell’attività progettuale verrà condotto, come descritto, con incontri semestrali tra i partner di progetto per verificare il procedere dei lavori e con la convocazione dei gruppi di lavoro.
Per ogni incontro sarà prodotto un apposito verbale con il cronoprogramma delle attività svolte suddiviso per partner e lo stato avanzamento della spesa.
Al termine della prima annualità di lavoro sarà redatto un rendiconto tecnico con una relazione sintetica sullo stato di avanzamento delle attività di progetto sottoscritta dal capofila e dal partner scientifico, per documentare altresì la coerenza tra le attività realizzate e la quota di avanzamento eventualmente richiesto.
Per il cronoprogramma si rimanda al pgf. 6.3
5. RICADUTA E DESTINATARI DEI RISULTATI
5.1 Destinatari dei prodotti del progetto
Le due cooperative partner del progetto individuano tra i principali destinatari dei risultati di Sò-ppeso i soci, che sono agricoltori e allevatori, i quali stanno valutando come approcciare un nuovo modo di gestire la loro produzione agricola nel contesto dei cambiamenti del clima e della ridotta disponibilità di acqua. Se è pur vero che le zone agricole dove operano le aziende partner del progetto saranno quelle che potranno mantenere una certa disponibilità irrigua, questa potrà soddisfare un ettarato ridotto, magari che privilegerà la produzione di mais con caratteristiche più adatte all’alimentazione del suino pesante. Più in generale le attività del progetto vanno a produrre conoscenze ed informazioni utili a tutti gli operatori della filiera della produzione di alimenti zootecnici, così come gli operatori iscritti a produrre materia prima per le DOP (3.712 ad aprile 2022 – https://www.portalerift.it/): infatti, i risultati possono dare indicazioni per l’attività di campo (azione 1), per la mangimistica (principalmente azioni 2 e 4) così come per gli allevatori di suini del circuito delle DOP (azione 3).
5.2 Utilità, applicabilità, immediatezza di fruibilità dei risultati
L’utilità dei risultati del progetto è estremamente alta: c’è una lacuna di conoscenza relativamente alle varietà delle colture in studio più idonee alle condizioni agronomiche lombarde, dove prove varietali sul pisello proteico mancano da oltre un decennio e il sorgo non è mai stato ancora considerato come alternativa al mais. Si registra anche un certo scetticismo sull’uso di orzo e sorgo nelle zone dove il mais è sempre stato l’unico cereale di interesse perché il più produttivo, ma i tempi sono maturi per raccogliere informazioni che possano essere applicabili e fruibili nel breve periodo, quando le scelte relative a dove indirizzare la disponibilità irrigua saranno inevitabili.
5.3 Tempi e modalità di utilizzo dei risultati
L’obiettivo del progetto è dare indicazioni operative che possano essere adottate subito dopo il rilascio dei risultati, anche intermedi: per questo si andranno a testare per le colture varietà presenti sul mercato (registrate o in corso di registrazione), che gli agricoltori potranno utilizzare una volta individuate le caratteristiche produttive e le rese; le formulazioni mangimistiche dovranno essere prontamente disponibili e i risultati delle prove sugli animali divulgati tempestivamente ed efficacemente (si veda punto 8). Considerando di potere effettuare le semine autunnali entro ottobre 2022, si stima che i primi risultati utili si avranno nell’estate 2023 per l’azione 1, contestualmente per le formulazioni, mentre per le prove in vivo e la caratterizzazione del mais ci si sposterà verso la fine del progetto.
5.4 Benefici attesi
L’analisi di contesto sviluppata al punto 1 inquadra bene le criticità di tipo ambientale ed economico che contraddistinguono oggi il settore della produzione degli alimenti zootecnici e della produzione del suino pensate. In questo caso il beneficio tangibile, che le conoscenze sviluppate nel progetto possono dare, riguarda per i soci delle cooperative il mantenimento del livello della produzione dei cereali e proteiche attraverso la diversificazione verso colture meno esigenti in termini di irrigazione. Si tratta poi di colture che, se oggi non favorite in termini di contributi dalla contingente situazione di approvvigionamento internazionale, rappresentano un elemento premiante per gli obiettivi posti dal prossimo PSR.
Relativamente alla parte di alimentazione dei suini, l’impiego di formule in linea con il Disciplinari di produzione per la DOP prosciutto di Parma, sia in condizioni sperimentali che operative di allevamento, consentirà alle aziende, in primis beneficiarie del progetto, ma anche della filiera suinicola in generale, di avere conoscenze pratiche precise da adottare nell’applicazione delle nuove regole di alimentazione dei suini in accrescimento-ingrasso.
6. DESCRIZIONE ANALITICA DEL PROGETTO E PIANO DI ATTIVITÀ
6.1 Metodo adottato e piano di lavoro
Il progetto sarà svolto congiuntamente dai partner, coordinati dal Capofila secondo le modalità esposte al punto 4. Relativamente alle specifiche competenze ed attività sono di seguito riassunte.
Partner | RUOLO OPERATIVO | ATTIVITÀ |
Comazoo (CAPOFILA) | Cooperazione, diffusione dei risultati, partecipa alle azioni tecniche relative alla formulazione dei mangimi, segue le prove sperimentali e dimostrative, partecipa allo sviluppo delle calibrazioni NIR per la valutazione del mais. Partecipa alla valutazione dei costi dei mangimi formulati nel progetto e collabora alle valutazioni di impatto ambientale dei mangimi e dei suini. |
Cooperazione, diffusione dei risultati, azioni 2, 3 e 4.
|
Cooperativa Quadrifoglio | Cooperazione, diffusione dei risultati, partecipa alle azioni tecniche relative ai confronti varietali di sorgo, orzo e pisello proteico ospitando le prove e la giornata dimostrativa. |
Cooperazione, diffusione dei risultati, azioni1, 2.
|
Azienda agricola Perini Fabio | Cooperazione, diffusione dei risultati, partecipa alle azioni tecniche ospitando i campi dimostrativi di pisello proteico. | Cooperazione, diffusione dei risultati, azione 1. |
Azienda agricola Colle Fiorito | Cooperazione, diffusione dei risultati, partecipa alle azioni tecniche ospitando l’allevamento dimostrativo di suini con le formulazioni prodotte dal progetto. | Cooperazione, diffusione dei risultati, azioni 2 e 3. |
CREA-ZA | Cooperazione, diffusione dei risultati, conduce le azioni tecniche relative all’impiego delle formulazioni sviluppate nel progetto. Supporta le aziende che svolgono le produzioni ai fini dimostrativi. Svolge le analisi delle granelle di mais e supporta Comazoo nello sviluppo delle calibrazioni NIR per la valutazione del mais. | Cooperazione, divulgazione, azioni 2, 3 e 4 |
FCSR | Cooperazione, diffusione dei risultati, conduce le azioni tecniche relative ai confronti varietali di sorgo, orzo e mais e ne valuta le granelle. Supporta le aziende che svolgono le produzioni ai fini dimostrativi. Svolge le analisi di impatto ambientale dei mangimi e dei suini. Supporta CREA-ZA nello svolgimento delle prove in vivo. | Cooperazione, divulgazione, azioni 1 e 3 |
6.2 Dotazioni disponibili
CREA-ZA metterà a disposizione le strutture sperimentali e il laboratorio analisi: una porcilaia dedicata a prove in riproduzione (40 gabbie per parto e svezzamento) e in ingrasso (12 box da 12 posti, per un totale di 144 capi) e 96 box per 4 capi in cui verrà realizzata la prova di confronto alimentare. Inoltre il laboratorio annesso alla struttura realizzerà parte delle analisi previste nel progetto.
FSCR utilizza nel progetto le proprie dotazioni sperimentali per la conduzione di prove sperimentali di confronto varietale, oltre al laboratorio di gestione a analisi campioni di biomasse.
COMAZOO per le attività che la coinvolgono nel progetto si avvale di personale tecnico veterinario qualificato nella formulazione mangimistica attraverso l’uso di Software specifici e nella valutazione delle razioni alimentari in tutti gli aspetti economici, produttivi, gestionali, metabolici e sanitari che ne conseguono. Sarà inoltre impegnato il personale di laboratorio, al quale afferisce il mais in ingresso all’essiccatoio, per la raccolta e catalogazione dei campioni di mais. Comazoo inoltre, favorirà la diffusione e la valorizzazione dei risultati del progetto grazie ai rapporti di filiera in essere per la valorizzazione del “valore aggiunto” del prodotto dei soci.
Quadrifoglio, metterà a disposizione parte della SAU in gestione alla cooperativa per condurre le prove di confronto varietale parcellare, inoltre favorirà la diffusione delle buone pratiche che emergeranno dal progetto tramite la rete di condivisione tecnica con i propri associati.
Azienda Agricola Perini Fabio metterà a disposizione circa 6 ettari della propria SAU per inserire nella propria rotazione colturale un confronto varietale di pisello proteico.
Azienda Agricola Colle Fiorito Svolgerà uno o più cicli produttivi di suini destinati a DOP alimentati con una percentuale di inclusione di pisello proteico di autoproduzione aziendale, metterà inoltre a disposizione i propri dati tecnici secondo quanto previsto dall’azione 3.
6.3 Tempistica delle attività, descrizione dettagliata delle singole fasi, delle azioni e dei prodotti di ogni singola fase
Tipologia attività | DESCRIZIONE ATTIVITÀ | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 |
A | Coordinamento del progetto | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X |
B | Azione 1 | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | |||||||
B | Azione 2 | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | ||||||||||||||
B | Azione 3 | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | ||||||||||
B | Azione 4 | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | ||||||
C | Diffusione dei risultati | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X |
Le attività di coordinamento e diffusione dei risultati saranno svolte grazie al supporto di un consulente esterno Promocoop Lombardia
6.4 Compiti e responsabilità di ogni partner, fino al dettaglio di ogni soggetto coinvolto nel progetto (con nome e cognome), come da tabella seguente:
Beneficiario/Partner | Persona (nome e cognome) | Qualifica/funzione | Attività | Fase attività | Azione | |
Comazoo (capofila) | 1. Paolo Malizia | Dirigente | Cooperazione e diffusione dei risultati | cooperazione e diffusione dei risultati | ||
2. Sujen Santini | Quadro | Cooperazione, diffusione, Partecipazione alla realizzazione delle prove e analisi | Cooperazione, azioni 2, 3, 4 e diffusione | |||
3. Roberta Benini | Impiegato | Partecipazione alla realizzazione delle prove e analisi | azioni 2,4 | |||
Cooperativa Quadrifoglio | 1. Chiara Verona | Impiegato | Cooperazione e diffusione dei risultati, messa a disposizione e gestione campi per prove | cooperazione, diffusione dei risultati, azioni 1 e 2 | ||
2. Maria Rita Cremaschi | Impiegato | Cooperazione e diffusione dei risultati | cooperazione e diffusione dei risultati | |||
Azienda Agricola Perini Fabio | 1. Fabio Perini | Imprenditore agricolo – titolare | Cooperazione e diffusione dei risultati, messa a disposizione campi per prove | cooperazione, diffusione dei risultati, azione 1 | ||
Azienda Agricola Colle Fiorito | 1. Roberto Rizzi | Imprenditore agricolo – titolare | cooperazione e diffusione dei risultati, partecipazione alla realizzazione delle prove | cooperazione, diffusione dei risultati, azioni 2 e 3 | ||
Fondazione CRPA Studi Ricerche-ETS | 1. Maria Teresa Pacchioli | Ricercatore Capo Settore | Coordinamento e valutazione risultati | cooperazione, diffusione die risultati, azioni 1, 2, 3 | ||
azioni 1, 2, 3 | ||||||
2. Alessandra Immovilli | Ricercatore | Analisi delle granelle | azioni 1, 2 | |||
3. Andrea Bertolini | Tecnico | Realizzazione prove | azioni 1, 2 | |||
4. Fabrizio Ruozzi | Tecnico | Realizzazione prove | azioni 1, 2 | |||
5. Roberto Davolio | Tecnico | Realizzazione prove | azioni 1, 2 | |||
CREA-ZA, sede di San Cesario sul Panaro | 1. Davide Bochicchio | Ricercatore | Coordinamento e valutazione risultati | cooperazione, diffusione dei risultati, azioni 2, 3, 4 | ||
2. Valerio Faeti | Ricercatore | Supervisione prova zootecnica | azione 3 | |||
3. Ciro Vismara | Tecnico | Analisi di laboratorio | azione 2, 3, 4 | |||
4. Collaboratore tecnico da individuare | CTER | Gestione prova zootecnica | azione 3 | |||
5. Assegnista di ricerca da individuare | Parasubordinato | Supporto al progetto | azioni 2, 3, 4 |
7. IMPIANTO PILOTA/PROTOTIPO
NON APPLICABILE, in quanto non sono previsti impianti pilota o prototipi.
8. PROGRAMMA DI DIFFUSIONE DEI RISULTATI DEL PROGETTO
8.1 Definizione dei risultati oggetto della diffusione
I risultati del progetto che saranno oggetto di diffusione riguardano:
- risultati produttivi in campo e valore nutrizionale delle varietà di sorgo, orzo e pisello più idonee per la produzione di granella ad uso zootecnico;
- formulazioni mangimistiche a ridotto contenuto di mais e soia f.e che privilegino l’uso di cereali alternativi e granella di pisello proteico da proporre ai suinicoltori;
- caratterizzazione degli stessi mangimi, oltre che per il valore nutrizionale e i costi di produzione, anche per le impronte ambientali e il risultato zootecnico;
- risultati azione analitica su mais
- indicazioni nutrizionali e d’uso dei cereali alternativi al mais e di fonti proteiche diverse dalla soia fe in razioni in linea con i dettami dalla revisione del Disciplinare di produzione del prosciutto di Parma.
8.2 Individuazione dei destinatari dell’attività di trasferimento
I destinatari dei risultati sono tutti gli operatori che ruotano attorno alla filiera agro-zootecnica della suinicoltura, soprattutto quella legata alle indicazioni geografiche, che fanno per la materia prima riferimento ai Disciplinari dei Prosciutti a DOP.
Gli agricoltori, allevatori e le loro associazioni, i tecnici (agronomi, alimentaristi, ambientali), i giovani agricoltori e gli studenti per la loro formazione, sono tra i principali fruitori dell’operazione.
Attraverso la comunicazione diretta sarà possibile sensibilizzare agricoltori e allevatori, così come le loro forme aggregate (associazioni, consorzi, cooperative, ecc.) e le scuole, sulle prove di campo così come sui risultati di allevamento. In queste occasioni si potranno vedere e valutare le sperimentazioni in un confronto nelle aziende sede di dimostrazione.
Particolare attenzione sarà data ai suinicoltori e a tutti gli operatori della filiera mangimistica.
I tecnici degli enti preposti ai controlli ai fini della certificazione delle DOP da carni suine, così come di, servizi di controllo ambientale, di gestione delle acque, personale delle amministrazioni. Questi saranno coinvolti nelle attività di divulgazione.
Per dare eco alle attività e aumentare il numero di contatti ottenibili, la stampa di settore sarà destinataria delle informazioni sul progetto e invitata a tutte le iniziative.
La comunità tecnico scientifica (enti di ricerca e università) sarà invitata agli eventi di comunicazione diretta per favorire la contaminazione di conoscenze e competenze tra Sò-ppeso ed altri progetti; il grande pubblico potrà comunque essere informato attraverso l’attività propria della stampa e i social media del coordinatore Comazoo.
8.3 Definizione delle tempistiche e dei mezzi di comunicazione (strumenti/canali, all’interno dell’aggregazione e all’esterno con gli altri soggetti individuati)
I mezzi di comunicazione individuati sono i seguenti
- pagina web dedicata al progetto sul sito del capofila;
- avvio comunicazione digitale anche sui siti dei partner e della loro rete, inclusi anche i canali social;
- incontro tecnico con visita guidata ai campi di confronto varietale;
- pubblicazione di 2 articoli realizzati da ricercatori/tecnici;
- realizzazione e diffusione di 3 newsletter riferite ai risultati del progetto, destinati al target agricoltori-allevatori soci delle cooperative partner del progetto;
- realizzazione di un video clip con sottotitoli in inglese
- 1 convegno conclusivo (in presenza o mediante webinar/streaming);
- divulgazione di 1 comunicato stampa a conclusione del progetto;
- realizzazione di pubblicazioni/schede tecniche che evidenzino i principali risultati emersi e definiscano le buone pratiche per gli agricoltori, a livello di produzione di cereali e zootecnica di suini.
8.4 Metodo di valutazione dei potenziali riscontri all’attività di trasferimento
Per il raggiungimento dell’utenza target saranno utilizzati i seguenti metodi:
- raccolta firme dei partecipanti agli eventi
- tiratura delle riviste su cui saranno pubblicati gli articoli
- conteggio degli accessi alla pagina web
- inviti e newsletter spediti
Per avere un riscontro di gradimento agli eventi organizzati in presenza, sarà distribuito un questionario appositamente redatto.
9. PROSPETTI ANALITICI
9. 1 Composizione dell’aggregazione, come da tabella seguente:
Denominazione | Comazoo scarl |
Cod. Fiscale/P.IVA: | Cod. Fiscale 01161900178 / P.IVA 00605940980 |
Indirizzo: | Via Santellone, 37 Montichiari 25018 (BS) |
Telefono/fax/e-mail: | 030 964961/ 030 9962710/ info@comazoo.it |
Referente per il progetto: | Paolo Malizia |
Telefono/fax/e-mail: | 335 1304039/ 030 9962710/ pmalizia@comazoo.it |
Denominazione | Quadrifoglio Soc. Coop. Agricola |
Cod. Fiscale/P.IVA: | 00492410204 |
Indirizzo: | Via Ronchelli 1/A, 46014 Castellucchio (MN) |
Telefono/fax/e-mail: | 0376 438868 |
Referente per il progetto: | Chiara Verona |
Telefono/fax/e-mail: | 0376 438868 |
Denominazione | Azienda Agricola Perini Fabio |
Cod. Fiscale/P.IVA: | PRNFBA67H21E897F |
Indirizzo: | Via Laghetto 30/A, fraz. Ospitaletto, 46010 Marcaria (MN) |
Telefono/fax/e-mail: | fabio.perini1@gmail.com |
Referente per il progetto: | Fabio Perini |
Telefono/fax/e-mail: | fabio.perini1@gmail.com |
Denominazione | Azienda Agricola Colle Fiorito |
Cod. Fiscale/P.IVA: | P.IVA 01549610200 |
Indirizzo: | Via Settefrati 48, Rivalta sul Mincio 46040 Rodigo (MN) |
Telefono/fax/e-mail: | 0376 653427 |
Referente per il progetto: | Roberto Rizzi |
Telefono/fax/e-mail: | 0376 653427/ collefioritorizzi@gmail.com |
Denominazione | Fondazione CRPA Studi Ricerche-ETS |
Cod. Fiscale/P.IVA: | Cod. Fiscale 91083250356 / P.IVA 01848560353 |
Indirizzo: | Viale Timavo 43/2, 42121 Reggio Emilia (RE) |
Telefono/fax/e-mail: | 0522 436999 |
Referente per il progetto: | Maria Teresa Pacchioli |
Telefono/fax/e-mail: | m.t.pacchioli@crpa.it |
9.2 PROSPETTI FINANZIARI
9.2.1 Scheda riassuntiva previsioni di spesa:
9.2.2 Dettaglio delle previsioni di spesa:
SPESE PERSONALE
Beneficiario/Partner | Nominativo lavoratore[1] | Ore dedicate | Costo orario (€) | Costo (€) |
Capofila – Comazoo | Paolo Malizia | 150 | 75,00 € | 11.250,00 € |
Sujen Santini | 1000 | 43,00 € | 43.000,00 € | |
Roberta Benini | 700 | 27,00 € | 18.900,00 € | |
Partner 1 – Cooperativa Quadrifoglio | Chiara Verona | 850 | 27,00 € | 22.950,00 € |
Maria Rita Cremaschi | 300 | 27,00 € | 8.100,00 € | |
Partner 2 – Az. Perini Fabio | Fabio Perini | 300 | 35,60 € | 10.680,00 € |
Partner 3 – Az. Colle Fiorito | Roberto Rizzi | 300 | 35,60 € | 10.680,00 € |
Partner 4 – Fondazione CRPA-ETS | Maria Teresa Pacchioli | 365 | 33,00 € | 12.045,00 € |
Alessandra Immovilli | 342 | 29,00 € | 9.918,00 € | |
Andrea Bertolini | 613 | 29,00 € | 17.777,00 € | |
Fabrizio Ruozzi | 600 | 29,00 € | 17.400,00 € | |
Roberto Davolio | 557 | 29,00 € | 16.153,00 € | |
Partner 4 – CREA-ZA | Davide Bochicchio | 250 | 33,00 € | 8.250,00 € |
Valerio Faeti | 220 | 33,00 € | 7.260,00 € | |
Ciro Vismara | 200 | 29,00 € | 5.800,00 € | |
Collaboratore tecnico da individuare | 935 | 29,00 € | 27.115,00 € | |
Assegnista di ricerca da individuare | 1720 | 14,53 € | 25.000,00 € | |
TOTALE | 272.278,00 € |
ALTRE SPESE
ALTRE SPESE | ||
Beneficiario/Partner | Descrizione | Costo (€) |
Capofila – Comazoo | spese notarili, materiali d’uso, consulenze | 13.000,00 € |
Partner 1 – Cooperativa Quadrifoglio | spese materiali uso | 5.000,00 € |
Partner 2 – Az. Perini Fabio | ||
Partner 3 – Az. Colle Fiorito | ||
Partner 4 – Fondazione CRPA-ETS | rimborsi per trasferte per prove confronto varietale e valutazione impronta (LCA), servizi e consulenze, materiali uso | 7.000,00 € |
Partner 5 – CREA-ZA | missioni, materiale di laboratorio, materie prime per mangimi animali, altri materiali uso | 27.000,00 € |
TOTALE: | 52.000,00 € | |