di Sonia Rumi

Il filo conduttore della Serata Economica Cooga è stato la competitività economica degli allevamenti da latte, in un mercato europeo dove la volatilità del prezzo del latte e degli alimenti è diventato uno scenario consueto.

Cristian Rota, consulente dairy, esperto di economia e finanza, ha spiegato che il mercato del latte europeo nel corso degli ultimi 10-15 anni ha dovuto confrontarsi con un aumento della volatilità del prezzo del latte corrisposto agli allevatori. Il latte rappresenta la primaria fonte di ricavo e gli alimenti la maggiore voce di costo per la sua produzione. La differenza tra questi due termini definisce il Profitto Lordo ovvero gli IOFC. Con una estrema variabilità in seno a prezzo del latte ed al costo degli alimenti ne consegue che anche gli IOFC possono divenire estremamente volatili. Questa volatilità può essere una sfida per qualsiasi impresa, ma può nel contempo offrire anche delle opportunità. Mercati volatili presentano in sé eventi eccezionali e non prevedibili e caratterizzati da cicli di profitto a cui ne seguono altri di perdite. Saper gestire questi cicli è la chiave per avere successo nel lungo termine. La maggior parte dei produttori di latte operano di fatto in un mercato di commodities, e l’elemento fondamentale per poter competere in un tale mercato è quello di avere un basso costo di produzione. Un basso costo di produzione che tipicamente è raggiunto grazie alla diluizione dei costi fissi grazie e ad una maggiore produzione collocata poi sul mercato. Per un allevamento da latte ciò significa vendere la maggiore quantità di latte possibile in relazione alla dimensione delle proprie stalle ed alla disponibilità di terra. I costi di alimentazione sono di gran lunga la maggior voce di costo per gli allevatori da latte. Questi in genere rappresentato almeno il 50% dei costi totali. Il modo corretto per calcolare il costo alimentare è definire il valore degli alimenti consumati da vacche in latte e asciutte (non include le manze), diviso per i quintali di latte venduti in un dato periodo. Questo parametro è influenzato da molti fattori come costo degli alimenti, perdite di alimenti, scarti, infermeria, efficienza di conversione alimenti in latte, numero di vacche in asciutta e lunghezza dell’asciutta. Il limite di questo valore è che ignora il ricavo del latte, non permette di paragonarsi ad altri allevamenti e soprattutto non è utile nelle decisioni quotidiane. Si deve necessariamente utilizzare un tale software per monitorare il “Reddito al Netto dei Costi Alimentari” comunemente indicato con l’acronimo inglese di IOFC (Income Over Feed Cost), parametro calcolato prendendo giornalmente il ricavo medio dal latte per ogni gruppo presente in lattazione e sottraendo a questo il costo alimentare medio registrato in ogni gruppo. Questo è il margine che rimane necessario a pagare il resto delle fatture una volta che quelle per gli alimenti sono state coperte. Gli IOFC so no il parametro principe a cui riferirsi nella valutazione quotidiana di tutte le scelte che si fanno nella gestione dell’alimentazione delle vacche in lattazione. Gli IOFC combinati con l’indice di Efficienza Alimentare ci permettono di valutare realmente l’efficienza delle razioni fornite agli animali. Quando i margini si riducono per un prezzo del latte al ribasso si è tentati di eliminare ingredienti al fine di ridurre le spese connesse, ma è importante che nel fare ciò si valuti il valore del latte che si ottiene dai propri costi alimentari e che quindi ci si riferisca ad un parametro di margine (ricavi meno spese) piuttosto che guardare solo al lato delle spese.

DIECI (UNDICI) PUNTI CHIAVE PER UN BUON CONTO ECONOMICO
1. Tenere la stalla piena (ovvero massimizzare il latte venduto al giorno);
2. Tenere vacche fresche e vitelle in salute (ovvero
prevenire e cure i problemi sanitari);
3. Gestione effettiva dello stress termico;
4. Produrre/Acquistare foraggi di qualità;
5. Generare gravidanze (sia in vacche che manze);
6. Ottenere premi qualità;
7. Massimizzare gli IOFC;
8. Sostituire vacche non profittevoli;
9. Minimizzare i costi alimentari/100 kg latte;
10. Minimizzare il costo di Sostituzione/100 kg latte;
11. Controllore il costo del Lavoro/100 kg;
L’obiettivo è produrre latte a basso costo. C. R.