di Mario Comba

Le odierne condizioni di allevamento del giovane bestiame impongono sempre maggior attenzione alla salute dei vitelli nei loro primi sei mesi di vita. Tra le patologie più frequenti che si verificano in questo periodo assumono un peso fondamentale le forme respiratorie. La mortalità nel periodo pre e post svezzamento rappresenta una perdita importante che incide pesantemente sulla gestione economica dell’allevamento. Ma anche nell’ipotesi di “salvare il vitello”, i giorni di malattia compromettono l’accrescimento e, conseguentemente, la futura carriera riproduttiva e produttiva delle manze. Il mancato accrescimento di animali che hanno superato forme respiratorie e sono ancora presenti in stalla può raggiungere i 10 Kg di peso in meno a tre mesi di vita, ed arrivare fino ad un perdita di 30 kg nel periodo della prima fecondazione (13-14 mesi). L’età al primo parto viene così ritardata di almeno due settimane ed infine la produzione di latte di una primipara subisce una riduzione valutabile attorno al 2%. È necessario quindi affrontare con anticipo il problema prestando attenzione ai segni di riconoscimento precoci della malattia. La malattia respiratoria è provocata nella maggior parte dei casi dall’azione concomitante di agenti causali diversi. È’ infatti nota come BRD (Bovine Respiratory Disease) e coinvolge l’azione di virus e batteri. I principali virus sono: Parainfluenza 3 (PI3), Virus Respiratorio Sinciziale (BRSV), Coronavirus (BoCV) ed il Virus della Rinotracheite Infettiva (IBR).

punteggio_stato_respTra i batteri vanno considerati il Mycoplasma Bovis, la Pasteurella multocida, la Mannehimia haemolitica e l’Histophilus somni. Dall’azione combinata di questi microrganismi spesso esitano forme respiratorie complesse, per questo definite “Sindromi respiratorie”. L’attenzione dell’allevatore dovrà essere quindi volta a diminuire, anche drasticamente, il rischio di esposizione a questi agenti infettanti. Prevenzione fondamentale quindi è la corretta colostratura con colostro sano, di buona qualità e somministrato con modalità, tempistiche e dosaggi ottimali. I vitelli colostrati in maniera scorretta saranno esposti al rischio di insufficiente trasferimento di anticorpi colostrali materni e quindi meno protetti. Anche la corretta alimentazione gioca un ruolo fondamentale: assolutamente da evitare il latte di scarto, soprattutto se non pastorizzato. I vitelli neonati devono essere tenuti in ambiente pulito, caldo (lampade a raggi IR)e asciutto. E’necessaria una buona ventilazione, mentre rischiosissima é l’esposizione alle correnti d’aria. Nella fase pre svezzamento sono ideali le situazioni con gabbiette singole, ben coibentate e posizionate nelle zone dell’allevamento con minore escursione termica tra giorno e la notte. Nella fase successiva di rimescolamento in box multipli, il rischio di contrarre una malattia respiratoria aumenta per tutto il gruppo. E’ indispensabile quindi evitare il sovraffollamento disponendo quindi di una superficie minima di 3 mq per capo con non più di 10 soggetti per box. La terapia delle forme respiratorie dei vitelli deve sempre essere impostata ed eseguita con la stretta collaborazione del veterinario aziendale. Come, peraltro, in quasi tutte le forme patologiche, l’intervento precoce aumenta sensibilmente le possibilità di guarigione. Per questo è utile quindi controllare frequentemente lo stato di salute degli animali. Nella figura seguente si mostra un sistema di valutazione a punteggio approntato dai veterinari ricercatori della Winsconsin University US). Il modello in questione, molto intuitivo , permette di valutare lo stato sanitario respiratorio dei vitelli sommando i valori osservati in ognuno dei quattro punti di attenzione: scolo nasale, scolo oculare, posizione dei padiglioni auricolari e tosse. Sommando i punteggi osservati per i quattro parametri di valutazione si ottiene un punteggio totale che aiuta nella scelta delle strategie di intervento: ad un punteggio compreso tra 5 ed 8 i vitelli devono essere sottoposti a sorveglianza frequente per escludere che non siano nella fase di incubazione della malattia, mentre per valori compresi tra 9 ed 11 sarà necessario intraprendere le terapie necessarie, con buone probabilità di guarigione. Oltre il punteggio 11 la prognosi sarà meno favorevole. Le terapie antibiotiche, antinfiammatorie e di sostegno assumono comunque un ruolo fondamentale e vanno intraprese sulla base di una diagnosi il più possibile corretta e suffragata da mirate indagini cliniche e laboratoristiche. Riguardo alla prevenzione della malattia respiratoria del vitello assume un ruolo determinante l’intervento vaccinale. In Italia sono al momento disponibili vaccini di varia natura utilizzabili per la profilassi delle forme virali e batteriche più frequenti (IBR / BVD / BRSV / PI3/ M.haemolitica / P. multocida). Lo scopo della vaccinazione è quello di creare una barriera immunitaria nei confronti degli agenti microbici e di ridurre le forme cliniche in caso di infezione. Da ricordare che il vitello esaurisce la protezione immunitaria data dal colostro materno in tempi brevi (addirittura entro le tre settimane di vita per i virus BRSV e PI3). Questo comporta l’aumento del rischio di contrarre infezioni nei primi due /tre mesi di vita e cioè fino a quando il suo sistema immunitario non diventa competente e quindi autonomo. I protocolli vaccinali dovranno quindi essere stabiliti dal veterinario aziendale, sulla base della conoscenza di ogni singolo allevamento e degli eventuali esami sierologici atti ad accertare la presenza/ assenza dei suddetti microrganismi a livello dell’allevamento stesso. Lo sviluppo di nuovi vaccini ed il continuo miglioramento delle loro modalità di utilizzo si sposa sempre più con le future limitazioni nell’uso di antibiotici in forma di chemioprofilassi, ad oggi ancora largamente utilizzati negli allevamenti intensivi. Concludendo, la certezza che la vitellaia sia “a posto” impone un lavoro quotidiano di alto profilo sia dal punto di vista gestionale che da quello tecnico. Allevare vitelli sani non è facile, ed il rischio di posporre o demandare la risoluzione di un problema è abbastanza frequente. Senza contare che, spesso il risultato dello sforzo profuso in questa attività non è soddisfacente e spesso frustrante. Solo dall’attenzione, dal lavoro organizzato e metodico e dalla prevenzione si potranno ottenere risultati nel settore dell’allevamento che di più “si gioca” tutti i giorni il proprio futuro.