di Sujen Santini

La decornazione, soprattutto negli allevamenti da latte, è da tempo pratica routinaria finalizzata alla sicurezza degli operatori e degli stessi bovini che, negli spazi previsti di stabulazione, andrebbero inevitabilmente incontro a ferite e traumi poichè le distanze di fuga risultano inadeguate. Abituati a vedere e gestire animali senza corna probabilmente ci si interroga poco sulla loro valenza riferendola erroneamente a un’arma di difesa: essendo la vacca un animale predato, le corna non hanno una funzione «arma» tra conspecifici, poiché è controproducente per la sopravvivenza della specie procurarsi lesioni che possono rendere più vulnerabili ai predatori. Le corna per un bovino rappresentano quindi molto altro: uno strumento funzionale alla comunicazione e un “organo” che interviene nei processi metabolici, respiratori e termoregolatori. Osservandoli, possiamo infatti facilmente notare che i bovini che vivono in regioni più fresche tendono ad avere corna più piccole; la struttura del loro corpo è più compatta e le zampe anteriori portano il peso maggiore. Al contrario, i bovini delle regioni più calde hanno corna più grandi e un corpo più snello e meno appesantito verso la parte anteriore. Ancora, gli animali che vivono in condizioni ambientali dove l’alimentazione è più scarsa hanno corna più grandi, mentre quelli che vivono dove la vegetazione è più lussureggiante tendono ad avere corna più piccole.

La natura degli animali con le corna
Gli animali con le corna si trovano alla fine di una lunga linea di sviluppo evolutivo iniziata milioni di anni fa e possiedono diverse caratteristiche uniche, riferite principalmente ad un sistema metabolico differenziato. I ruminanti hanno bisogno di meno energia di qualsiasi altro animale per demolire e trasformare la fibra vegetale: è difficile replicarlo in modo più efficiente utilizzando la tecnologia. Si trovano, dal punto di vista evolutivo, al polo opposto rispetto ai roditori per i quali l’attività nervoso-sensoriale è invece il punto di forza; i carnivori si trovano nel mezzo, condividendo entrambe le qualità, ma in misura minore.

Strumento di comunicazione
Dal punto di vista morfologico si può trovare una chiara correlazione tra la forma del corpo e quella delle corna. Il corpo e le corna sembrano compensarsi a vicenda: più sottile è il corpo più grande è il corno; più il corpo è tozzo e più piccolo è il corno. Le corna permettono ai bovini di apparire più slanciati rispetto alla loro compattezza corporea; la sagoma della vacca acquista carattere grazie alle corna. Ogni animale è ben consapevole delle dimensioni e della forma delle sue corna e del punto in cui terminano, ciò gli dà la capacità di gestire movimento all’interno dello spazio della mandria. Studi osservazionali condotti su gruppi di vacche in lattazione, hanno rilevato una grande comunità integrata che comprende la maggior parte dei singoli individui, ma con molte relazioni non casuali dove quelle di attaccamento prevalgono su quelle agonistiche, basate principalmente dalla loro esperienza insieme. Le gerarchie di dominanza possono, probabilmente, essere viste come un livello di complessità sociale di ordine superiore al di là delle dimensioni del gruppo e servono a ridurre i conflitti di gruppo relativi all’appropriazione delle risorse. La gerarchia si manifesta nel comportamento dominante degli animali di alto rango e nel comportamento evasivo di quelli di basso rango. Una posizione che tuttavia deve essere continuamente riaffermata, soprattutto in allevamento dove lo spostamento di gruppo è pratica frequente. Nelle lotte per stabilire la gerarchia, le corna vengono utilizzate per trattenere o deviare un attacco, per bloccare insieme le teste evitando che scivolino via e per consentire una prova di forza testa a testa. Gli animali senza corna non possono condurre la loro lotta in modo specie specifico, non sono in grado di spingere l’uno contro l’altro; scivolano via e devono affrontarsi di lato.

La quantità di spazio necessario per ogni animale è quindi fortemente influenzata dal fatto che abbia o meno le corna. Tra i bovini con le corna, la distanza richiesta tra gli animali più in alto nella gerarchia e quelli più in basso varia da uno a tre metri. Gli animali senza corna, al contrario, hanno bisogno di un metro al massimo. Questo spazio, che circonda ogni animale come una bolla invisibile, è conosciuto come «distanza individuale». L’invasione di questo spazio condurrà gli animali più in basso nella gerarchia a fuggire o disinnescare un confronto. Questo comportamento naturale può però essere ostacolato quando manca un sufficiente “spazio di fuga”, situazione comune negli allevamenti a stabulazione libera. In questo caso le lotte e gli scontri possono essere abbastanza frequenti: anche tra le vacche decornate possono verificarsi frequenti lesioni causate dalle testate, anche se meno visibili all’esterno. Le vacche con le loro corna mostrano un comportamento di cura piuttosto specifico usandole, ad esempio, per grattarsi la schiena. O quando usano la punta del corno di un’altra vacca per grattarsi e pulirsi gli occhi. Infine, anche gli animali adulti si divertono a incrociare le corna in modo amichevole e giocoso o a grattarsi reciprocamente con esse.

Altre funzioni delle corna
Anche se tutti i mammiferi possiedono gli stessi organi di base, vi è una grande variazione nel grado di sviluppo. Un organo può svilupparsi notevolmente a spese di un altro: è solo nei ruminanti che i denti canini e incisivi vengono rimpiazzati da una placca dentale cornea nella mascella superiore. Lo sviluppo di corna sembra sempre avvenire a spese dei denti. La prima assunzione di cibo attraverso la bocca di un ruminante è relativamente poco importante; il vero lavoro viene svolto nel rumine e dai grandi molari durante la ruminazione.

A partire da circa 12 mesi di età, le cavità dei seni paranasali iniziano a svilupparsi nel cranio del vitello e sono collegate direttamente o indirettamente alla cavità nasale e sono ricoperte dalla stessa mucosa. Il senso dell’olfatto, tuttavia, si trova solo nella parte posteriore superiore della cavità nasale. Più l’animale invecchia, più i seni raggiungono i nuclei ossei del corno, rendendoli sempre più cavi. Nella vacca adulta le cavità sinusali occupano l’intero spazio tra la volta del cranio e la capsula cerebrale dividendolo in vari comparti. L’osso cavo del corno è l’unico osso a crescita continua nella vacca e il corno cresce attorno ad esso.

Il nucleo osseo è la parte più interna del corno. È costituito da materiale osseo, saldamente fissato all’osso frontale del cranio. All’interno del nucleo osseo vi è una rete di cavità sinusali areate. Con l’avanzare dell’età si estendono quasi fino all’estremità del nucleo osseo e sono rivestite da un sottile strato di mucosa. L’aria scorre attraverso queste cavità ad ogni aspirazione nasale. Poiché il respiro di una vacca viene sempre mescolato con i gas che fuoriescono dal rumine (la vacca erutta una o due volte al minuto), l’odore emanato dal rumine raggiunge la cavità del nucleo osseo. Questo odore può essere avvertito quando un corno viene amputato o se una vacca ha una lesione aperta all’osso del corno. Grazie all’eruttazione, i gas che si sprigionano durante la fermentazione del cibo nel rumine vengono immessi nella circolazione respiratoria, questi gas salgono attraversando il sistema dei sei seni nasali e frontali fino alle corna e oltrepassano probabilmente la barriera gas-sangue attraverso le mucose di queste cavità. Il naso e la bocca sono due aperture attraverso le quali la vacca entra in contatto con il mondo esterno. Ogni inspirazione porta aria esterna nel naso. La sua membrana mucosa la riscalda e la inumidisce. Il particolato si raccoglie sulle superfici umide e viene successivamente espulso. Gli ampi seni paranasali della vacca aumentano la superficie della mucosa e, estendendosi fino al nucleo osseo del corno, costituiscono una parte significativa della difesa immunitaria del sistema respiratorio. L’aria inspirata dai seni paranasali arriva direttamente nei polmoni, abbassando contemporaneamente la pressione nei seni stessi. Al contrario, l’aria in uscita dai polmoni passa attraverso il naso insieme ai gas, provenienti dal rumine, che fuoriescono dalla gola; così facendo entra nel sistema sinusale e ne aumenta la pressione. Inspirando ed espirando l’aria passa sulla mucosa nasale dove si trovano i recettori olfattivi. È qui che si percepiscono gli odori interni ed esterni. Queste dinamiche spiegano inoltre il coinvolgimento delle corna nei sistemi di termoregolazione.

La rimozione della struttura del corno ha una notevole influenza sulla forma del cranio in via di sviluppo. Una volta raggiunta l’età adulta, la maggior parte degli animali decornati avrà sviluppato un marcato rigonfiamento sulla fronte. Se guardiamo l’interno di un cranio troviamo che questo rigonfiamento – come il nucleo osseo del corno – è pieno di cavità aeree. Gli animali probabilmente hanno bisogno di un certo volume di cavità sinusali e devono compensare la mancanza di corna sviluppando questa protuberanza ossea. L’esame di numerosi crani di vacche dopo la macellazione ha rivelato che un’alta percentuale degli animali decornati ha le ossa frontali con forma più concava e una distanza minore tra gli occhi: tendono quindi ad avere una visione maggiormente protratta in avanti e un angolo cieco un po’ più ampio verso la parte posteriore rispetto alle vacche con corna.

Il fatto che l’organismo animale reagisca alla rimozione dell’abozzo corneale, e quindi delle corna, compensando con un cambiamento nello sviluppo delle ossa frontali cranio, conferma l’importanza funzionale delle loro corna. Questa considerazione, aggiunta all’evidenza che il corno è un organo “vivo” e quindi sensibile al dolore impone una maggior consapevolezza nella pratica di decornazione, qualora non si scelga per il proprio allevamento l’uso di tori riproduttori portatori del gene polled (acorne).

La rimozione delle corna
La decornazione è definita come mutilazione, ovvero una pratica non effettuata per fini terapeutici o diagnostici, che si manifesta quale danno o perdita di una parte sensibile del corpo o quale alterazione della struttura dell’osso. Come si legge nel CE draft 8/09 articolo 22, punti 1, 2 e 3, “le mutilazioni nei bovini dovrebbero essere generalmente proibite; dovrebbero essere messe in atto delle misure per evitare tali pratiche, come ad esempio la selezione di idonee razze bovine. L’autorità competente può derogare a questo divieto generale solo relativamente alle seguenti mutilazioni: a) distruzione o rimozione degli abbozzi corneali per evitare la decornazione; b) decornazione, solo se necessaria per evitare problemi di benessere e se eseguita mediante rimozione chirurgica delle corna; Tutte le procedure dovrebbero essere eseguite sugli animali in modo da evitare dolore e disagio inutili e prolungati, eseguite da un veterinario o da altra persona competente ed istruita allo scopo ed essere condotte sotto anestesia e seguite da idonea analgesia[…]”. Queste indicazioni sono in linea con quanto raccomanda anche EFSA. “La decornazione delle manze e delle vacche dovrebbe essere evitata, per quanto possibile, ed eseguita solamente con l’utilizzo di anestesia ed analgesia locale. Se è necessario privare le bovine delle corna, dovrebbe essere eseguita la degemmazione, ovvero la rimozione degli abbozzi corneali, quando gli animali sono ancora vitelli, ma si dovrebbero utilizzare metodi di anestesia e analgesia.” (EFSA, 2012b – Raccomandazione 106). “Il termocauterio dovrebbe essere preferito all’uso di sostanze caustiche. Se si utilizza una pasta caustica bisogna prestare attenzione che non coli sulla faccia o che non sia leccata da altri animali.” (EFSA 2012c; 10(5):2669; 3.5.1. Mutilations; Raccomandazione 4). Anche l’OIE si è espresso in proposito: “Procedure potenzialmente in grado di causare dolore sono routinariamente praticate sui bovini per ragioni di efficienza produttiva, salute e benessere dell’animale e sicurezza per gli addetti. Queste procedure dovrebbero essere svolte in modo da minimizzare dolore e stress per l’animale. Queste procedure dovrebbero essere effettuate il più precocemente possibile rispetto all’età dell’animale o usando anestesia o analgesia secondo le raccomandazioni e sotto la supervisione di un veterinario […] Esempi di queste procedure includono: castrazione, decornazione, ovariectomia (sterilizzazione), taglio della coda, identificazione.” (OIE 2014 – Terrestrial Animal Health Code – Versione 7 – Capitolo 7.9. “Animal welfare and beef cattle production systems”). Oltre a queste raccomandazioni esiste una normativa ben specifica, ovvero il D. Lgs. 146/2001 allegato, che al punto 19 prevede che “la cauterizzazione dell’abbozzo corneale è ammessa al di sotto delle tre settimane di vita, riducendo al minimo ogni sofferenza per gli animali, ed effettuata sotto il controllo del medico veterinario dell’azienda”. Oltre alle modalità anche la tempistica quindi è particolarmente importante.

Infatti, come indicato dall’OIE “I bovini dovrebbero essere decornati mentre lo sviluppo delle corna è ancora a livello di abbozzo, o alla prima opportunità disponibile dopo questa età. In questo modo la procedura sarà meno traumatica, dal momento che quando lo sviluppo delle corna è ancora in fase di abbozzo, non vi è ancora l’attacco del corno al cranio dell’animale. Metodi di decornazione, quando lo sviluppo delle corna è già cominciato, coinvolgono la rimozione delle corna mediante taglio alla base delle corna vicino al cranio. Gli allevatori dovrebbero rivolgersi ad un veterinario per conoscere i metodi di analgesia e anestesia disponibili e consigliati, gli operatori che svolgono la decornazione dovrebbero essere formati e competenti ed essere capaci di riconoscere eventuali segni di complicazioni.” (OIE 2014 – Terrestrial Animal Health Code – Versione 7 – Capitolo 7.9. “Animal welfare and beef cattle production systems”). Traducendo in pratica quanto detto sopra, ricordiamo che se la decornazione viene effettuata dall’allevatore, i vitelli devono essere decornati tra la 2^ e la 6^ settimana di vita secondo la legge sul benessere degli animali. Se i vitelli hanno già più di 6 settimane, la procedura può essere effettuata solo da un veterinario professionista.

LA DECORNAZIONE In particolare, secondo quanto prevede il sistema Classyfarm. “La decornazione prevede un protocollo che coinvolge obbligatoriamente il medico veterinario. Per facilitare il maneggiamento dell’animale è opportuno procedere a sedazione (es. xylazine). Mentre per ridurre il dolore e l’infiammazione sono necessari l’utilizzo di anestesia locale (blocco del nervo cornuale con es. procaina o lidocaina, 10 minuti prima dell’intervento) e di analgesia con l’utilizzo di antinfiammatori non steroidei (FANS) somministrati per via parenterale (es. flunixin meglumine, ketoprofene e meloxicam). L’analgesia dovrebbe essere condotta sia prima dell’intervento sia fino a qualche giorno dopo. Come buona regola, tutti i trattamenti, che prevedono operazioni cruente, devono essere eseguiti con materiali sterili o a perdere ed espletati in modo da evitare all’animale dolore o sofferenza prolungata o non necessaria.
LA DEGEMMAZIONE La degemmazione, pratica come detto da preferire, deve essere eseguita il più precocemente possibile, cioè appena la gemma cornuale è facilmente visibile e palpabile, cosa che normalmente avviene dalla seconda settimana di vita. Il vantaggio di eseguire la degemmazione precocemente è che la ferita formatasi è più piccola e si cicatrizza quindi più rapidamente. Inoltre, poiché tale pratica non prevede la somministrazione di antibiotici, gli animali sono protetti meglio dalle infezioni grazie agli anticorpi materni presenti nel colostro. La rimozione strato di cute che dà origine al corno molle alla base del corno stesso dello deve essere completa, in modo da evitare lo sviluppo di un corno deforme. La pratica più sicura e meno cruenta è l’utilizzo di apposita pomata a 7-10 giorni di vita, da preferire rispetto ad altre metodiche quali cauterizzazione o utilizzo di sostanze caustiche. Soprattutto queste ultime sono maggiormente a rischio di provocare effetti collateriali, poiché un eccesso di prodotto può causare estese causticazioni della testa e degli occhi; nonché causticazioni della bocca e della lingua per contatto reciproco qualora la pratica non sia eseguita su vitelli alloggiati singolarmente. Qualsiasi sia la pratica scelta rimane senza dubbio un’esperienza dolorosa per il vitello, sia durante l’esecuzione che nei giorni successivi. Occorre quindi prestare particolare attenzione ad evitare di suscitare negli animali reazioni di stress e paura, che acuiscono la loro percezione del dolore, inoltre un’anestesia praticata correttamente elimina la percezione del dolore durante l’intervento e l’analgesia riduce il dolore nella fase che segue l’intervento. L’anestesia pre-decornazione consiste nel blocco del nervo cornuale iniettando 10 minuti prima dell’intervento 1-2 ml di procaina nel tessuto della fossa temporale sotto la cresta frontale alla base della gemma cornuale.