di Maurizio Cartapati e Paolo Malizia

Gestione dei ristalli: ambienti, strutture, alimentazione e profilassi.

Il radicale cambiamento di ambiente e di alimentazione che attende i ristalli al loro arrivo deve essere affrontato nel modo migliore per ridurre al minimo i danni legati alla fase più critica dell’allevamento del bovino da carne. L’obiettivo è di permettere agli animali di arrivare nelle migliori condizioni ad affrontare un ciclo di allevamento intensivo. È quindi uno dei momenti più importanti nell’allevamento dei vitelloni e rappresenta il periodo minimo necessario (21-28 giorni) a preparare gli animali alla successiva fase di ingrasso. Ogni azienda deve predisporre un proprio protocollo di gestione del ristallo avvalendosi delle competenze del Veterinario aziendale e dell’alimentarista. Il programma deve essere specifico per gli animali di ogni razza e provenienza in arrivo nell’azienda. Nonostante la sua importanza questa fase viene alcune volte trascurata dall’allevatore anche se diversi studi universitari e l’assistenza tecnica della Comazoo verso i propri soci dimostri sempre di più come la morbilità (comparsa di patologie) e la mortalità in questa breve periodo siano rispettivamente circa l’80 e il 60% dell’intero ciclo di allevamento. L’adattamento alle nuove condizioni ambientali, sociali e alimentari rappresenta quindi un momento molto critico in grado di scatenare, se mal gestito, reazioni fisiologiche e psichiche che in qualche soggetto ne può compromettere lo stato di benessere e di salute. Sono comunque processi multifattoriali che si possono generare in tutte le fasi (stressanti) della vita del vitello come lo svezzamento, il carico, il trasporto, lo scarico, la struttura e l’ambiente del ristallo, i trattamenti profilattici e sanitari praticati all’arrivo, le interazioni sociali, l’alimentazione, ecc. Vediamo più in particolare i principali aspetti da esaminare e valutare per ottimizzare il ristallo.

news_ristallo_tab1

SCELTA DEGLI ANIMALI   

L’esatta conoscenza della provenienza degli animali è importante per ottenere i migliori risultati nell’allevamento intensivo dei vitelloni. Oltre all’area geografica di partenza è utile conoscere la gestione alimentare e i trattamenti profilattici e sanitari a cui sono stati sottoposti i vitelli nelle loro aziende di origine. Nel nostro paese sono normalmente importati bovini svezzati dalla Francia in maggioranza di razze da carne Charolaise, Limousine, Aubrac, Salers, Blonde d’Aquitaine (Garronesi), ecc. incroci francesi, e di altri paesi europei come Blue Belga, ecc. Le due razze comunemente allevate in Italia sono le prime due di cui vengono, ristallati due tipi di animali: i broutarde allevati al pascolo e poi ristallati all’età di 6-8 mesi al peso di 300 kg circa e i broutarde reposse allevati con due cicli di pascolo e poi ristallati all’età di 14-16 mesi al peso di 450-500 kg. I principali fattori stressanti che interessano gli animali prima dell’arrivo nell’azienda da ingrasso sono rappresentati dal carico degli animali nei pascoli, il loro rimescolamento nei centri di raccolta, gli eventuali trattamenti, il trasporto e le nuove e diverse interazioni sociali in un così breve lasso di tempo.

STRUTTURE E AMBIENTI PER IL RISTALLO

Sono da preferire strutture leggere, ariose, con molto spazio (almeno 4,5 m2 per   capo sia all’aperto sia al chiuso), con adeguato (uguale o meglio superiore al numero di animali) spazio in mangiatoia, con disponibilità di notevoli quantitativi di acqua mediante abbeveratoi a livello e non a spinta, con lettiera permanente con molta paglia (almeno 20 cm) e poste a debita distanza dalle strutture adibite all’ingrasso, in modo da isolare gli animali di nuovo ingresso dagli altri già presenti in allevamento. In questo ambiente (pulito, deterso e disinfettato) si deve rispettare il “tutto pieno-tutto vuoto” e tra una partita e l’altra il vuoto deve essere di almeno 10-15 giorni. Gli animali subiscono in questo breve periodo interventi di tipo gestionale, profilattico e sanitario necessari ma molto stressanti. È quindi indispensabile predisporre adeguate zone di contenimento quasi sempre costituite da lunghi corridoi delimitati da barriere in ferro adiacenti o all’interno del capannone da ristallo in cui poter trattare i soggetti nel modo meno doloroso possibile e nella totale sicurezza del personale. Disporre di auto catturanti nella zona adibita a mangiatoia è molto funzionale a questo scopo. Molto utile avere un box infermeria isolato in cui poter alloggiare e curare gli animali ammalati. Tutti gli ambienti utilizzati per il ristallo vanno analizzati secondo i criteri del benessere animale garantendo quindi il massimo di comfort in modo da avere la minore interazione negativa con la salute animale – Foto 1 e 2.

PRIMI INTERVENTI ALL’ARRIVO   

All’arrivo degli animali si deve procedere, se possibile, alla formazione di piccoli (ognuno con 10 soggetti al massimo) gruppi omogenei per peso, razza, età, partita e sesso. La restrizione alimentare e idrica, inevitabile durante il trasporto, comporta un minor volume del rumine, una riduzione come frequenza e durata delle contrazioni ruminali causa di minore mobilità, transito e turnover ruminale e quindi un’alterazione della popolazione microbica in quantità e qualità variabile in relazione alla durata della restrizione stessa. Come conseguenza avremo un ridotto supporto energetico e plastico per le principali funzioni organiche, un ridotto apporto di nutrienti per fondamentali processi fisiologici e immunologici, un’alterazione dell’equilibrio elettrolitico organico e naturalmente un’intensa mobilizzazione delle riserve organiche (grassi) con possibile formazione di corpi chetonici e un’ulteriore depressione dell’appetito. Le alterazioni digestive che si verificano con il trasporto possono compromettere fino al 75% e per un periodo superiore ai 3 giorni la capacità fermentativa ruminale dei soggetti di nuovo arrivo (Huthcenson and Cole, 1990). Il condizionamento alimentare dei ristalli presenta caratteristiche in gran parte ampiamente codificate, quali l’impiego di reidratanti nell’acqua di abbeverata in relazione alla durata del viaggio (per viaggi brevi e quindi stress di minore intensità è sufficiente acqua e sale allo 0,9%), somministrazione di fieno a volontà almeno nei primi 7 giorni, mangime da ristallo (da 1 kg/capo/giorno dal 2° giorno dall’arrivo per arrivare a 3-4 kg nella prima settimana di condizionamento). È da preferire il sistema di alimentazione unifeed somministrata ad libitum con parametri specifici (0,8- 0,9 UFC e 12-13% PG). Infine cauta e graduale introduzione di insilati e/o razioni da ingrasso per l’ultima settimana del periodo. A tale proposito è importante sapere da dove arrivano gli animali: se provengono dal pascolo la transizione al regime alimentare da ingrasso dovrà essere particolarmente accorta e graduale, mentre se provengono dalla stalla si potrà concentrare la razione in modo più rapido. L’acqua di abbeverata nei primi momenti dovrà essere preferibilmente tiepida in autunno-inverno visto la sua abbondante e rapida assunzione subito dopo l’arrivo; fornire comunque acqua a volontà è fondamentale per stimolare l’assunzione di sostanza secca, impedire un eccessivo calo di peso ed evitare all’animale un’ulteriore fonte di stress. Un abbeveratoio ben funzionante deve erogare circa 7 litri al minuto; un gruppo di 30 animali beve in media circa 32 litri/capo/giorno (20° C di temperatura) impiegando un tempo totale di 137 minuti circa (2h e 17 min); se l’erogazione fosse di 1 litro al minuto impiegherebbero 960 minuti pari a 16h: nessun soggetto rimane 7-10 minuti all’abbeveratoio per bere.

PROFILASSI VACCINALE ED EVENTUALE TERAPIA ANTIBIOTICA

L’importazione di vitelli da ristallo prevalentemente francesi allevati al pascolo porta con sé anche l’introduzione nei nostri allevamenti di parassiti, batteri e virus, con notevoli rischi sanitari che si riflettono successivamente sul reddito dell’allevatore. La principale problematica sanitaria nell’allevamento del bovino da ingrasso è rappresentata dalla patologia respiratoria, molto impattante sul reddito aziendale in quanto determina elevata mortalità, vendita d’urgenza di animali non finiti, diminuzioni delle performance di accrescimento e aumento dei costi profilattici e terapeutici. Le altre problematiche sanitarie sono dovute alla diarrea virale bovina, alle malattie parassitarie da endoparassiti (interni all’ospite) come i nematodi, trematodi, protozoi (i coccidi secondo diverse analisi e studi sono molto frequenti negli animali importati) e malattie parassitarie da ectoparassiti (esterni all’ospite e quindi sulla cute) come artropodi (ipodermosi da larva di Hypoderma bovis, acari che provocano diversi tipi di rogna, pidocchi) e micosi. A tutti questi rischi sanitari bisogna rispondere con interventi manageriali, profilattici e terapeutici, tipici di ogni protocollo aziendale redatto dal Medico Veterinario. L’attenuazione di uno stato di stress dovuto al trasporto, al cambio di ambiente, alla formazione di nuovi gruppi, ecc. consente l’instaurarsi di una più solida immunità vaccinale. I parassiti sono uno dei fattori immunodepressori più rilevanti per cui dovrebbero essere eliminati prima di vaccinare gli animali. Per motivi di praticità si tende comunque ad effettuare tutte le operazioni sui singoli capi in un unico momento; oltre alla vaccinazione e all’eliminazione dei parassiti vi è anche la somministrazione di antibiotici in relazione all’osservazione degli animali da parte dell’allevatore e alla visita veterinaria. In linea generale i trattamenti sanitari all’arrivo posti in essere (protocollo) dal Veterinario aziendale devono riguardare la profilassi vaccinale per le malattie respiratorie, dell’apparato digerente e le enterotossiemie; si deve inoltre valutare la necessità di trattamenti antiparassitari e antibatterici. All’arrivo in azienda degli animali l’allevatore deve effettuare un attento controllo visivo per individuare gli animali più in crisi e quindi che tendono ad isolarsi, presentano tosse, scolo nasale e respirazione superficiale; su questi soggetti si deve controllare immediatamente la temperatura e poi trattarli in base al protocollo terapeutico impostato dal Medico Veterinario. Solo il rispetto di questi fondamentali processi gestionali può portare a risultati eccellenti, tecnici ed economici, nell’intero ciclo di allevamento dei vitelloni.