di Sonia Rumi

L’azienda agricola Decò Luigi e Alberto è una azienda a conduzione familiare situata nel comune di Casalmaggiore, ad un soffio dalla provincia di Mantova, socia storica di Comazoo e di Agricam. Coltivano mais, erba medica e loietto, ma tutto ruota intorno all’allevamento. Nel 2004 sono passati dalla stabulazione fissa a quella libera. Attualmente allevano 90 bovine in lattazione; tutto il latte munto viene ritirato dalla latteria S. Angelo di Campitello e lavorato per produrre Grana Padano.

L’azienda agricola Decò Luigi e Albertoè una azienda a conduzionefamiliare situata nel comune di Casalmaggiore,ad un soffio dalla provinciadi Mantova, socia storica diComazoo e di Agricam.Coltivano mais, erba medica e loietto,ma tutto ruota intorno all’allevamento.Nel 2004 sono passati dallastabulazione fissa a quella libera.Attualmente allevano 90 bovine inlattazione; tutto il latte munto vieneritirato dalla latteria S. Angelo diCampitello e lavorato per produrreGrana Padano.Abbiamo rivolto alcune domande adAlberto, che si occupa da vicino deglianimali.

Innanzitutto proviamo a dare un po’di numeri…

“Nelle ultime annate la produzionemedia annua è stata di 32 kg (nel2016 siamo arrivati a 33), con unamedia di 2,3 lattazioni per vacca.Sono consapevole che si possa faredi più. Il parto-concepimento è di110 giorni. Le bovine gravide sonomediamente il 50%. Il tasso di gravidanza(PR), calcolato da Agribovine,si attesta intorno al 19%. Mi piaceaspettare che le bovine manifestinoil calore in modo naturale (non ho ipedometri e c’è anche la campagnada seguire). Di solito, comunque, sela bovina non evidenzia l’estro, dopovisita ecografica del veterinario utilizziamol’Ovsynch. La nostra selezioneè mirata ad ottenere non bovine dashow, ma vacche della porta accanto,equilibrate, da quattro stagioni, “rotonde”come dice chi la sa lunga.”Come gestite

l’alimentazione dellevostre vacche?

“Quando entro in stalla quello chedesidero vedere è un elevato numerodi animali intento a ruminare; sinonimodi tranquillità e benessere. Sembrauna banalità. Eppure lo considero unaspetto fondamentale. Perchè la geneticaci ha fornito bovine ad elevatacapacità produttiva e per soddisfare leloro esigenze nutritive le abbiamo unpo’ trasformate in monogastrici. Spingo sempre per avere in razione un’adeguata quantità di foraggi anchea costo di penalizzare la produzione. E nonostante questo, quandorinnovo la balla di fieno all’inizio della rastrelliera delle bovine adinizio lattazione, c’è sempre un po’ di bagarre tra le quadrupedi peraggiudicarsi un posto in prima fila. Penso che sia dovuto al desideriofisiologico del ruminante di riempirsi le fauci di foraggio lungo.

A cosa sono legati i vostri ottimi risultati sul piano dellariproduzione?

“Premo anche per avere in razione un adeguato apporto energeticopiù che proteico. L’obiettivo che mi pongo è quello di ingravidare levacche. A monte lavorare per avere bovine gravide, mentre a valleimpegnarsi per tenere gli animali in stalla e svezzare tutte le vitellenate. Non abbiamo attivometri o misuratori della ruminazione,per cui occhi aperti, termometro in tasca e mano “guantata” semprepronta. Mi concentro molto sulle primipare, anche ricorrendo a torida carne. Sulle repeat breeder utilizzo infatti riproduttori limousineche mi assicurano qualche chances in più di gravidanza. In estatesulle vacche uso tutti riproduttori da carne. Non usiamo seme sessato.Se le bovine fanno più lattazioni, ho meno necessità di rimonta;non mi piace (per questioni romantiche) vendere manze gravide ovitelle, attualmente ho poco spazio in allevamento per gli animaligiovani e gli incroci da carne mi permettono di realizzare un prezzopiù alto rispetto ai maschi frisoni.”

Come gestite il periodo della transizione?

“Abbiamo la fortuna di avere praticamente azzerato le dislocazionidell’abomaso e le chetosi nel post parto grazie ad una razione inasciutta composta da una parte dell’unifeed delle vacche in latte efieno lungo ad libitum, forse mi dà una mano ad avere meno guainel periparto.”

Come gestite le zoppie?

“Ho imparato a fare mascalcia; forse una mascalcia d’emergenza, madirei efficace. Qualcuno andrebbe nei campi con una trattrice conla gomma bucata? Credo proprio di no. Occorre prima ripararla.Ebbene per le nostre “curiose annusatrici” deve valere lo stesso. Sesono zoppe restano ai box (cuccetta) e non vanno a mangiare. Percui un breve pit-stop dopo i primi segnali di zoppia e di solito lasituazione migliora. Nel mio caso trovo spesso la malattia della lineabianca che si manifesta con ascessi dolorosi a livello del tallone tra laparete e la suola dell’unghione. Poche ulcere e per fortuna quasi maiflemmoni. In stalla occorre essere un po’ etologi e notare atteggiamentie comportamenti diversi dal solito. Ci sono alcuni segnali chesi possono leggere e mai come nelle frisone, spesso è tutto scrittonero su bianco; vale per le zoppie, per i calori, ma anche per i prodromidi un’ipocalcemia.”

Che progetti avete per il futuro?

“Ogni tanto mi capita di visitare altri allevamenti. Di solito ospitanoun numero di animali ben più elevato del mio. Ammetto di provareun po’ di invidia. Però forse, sotto sotto, penso che il vino buono ènella botte piccola. Infatti, per il futuro prossimo non c’è l’intenzionedi aumentare il numero dei capi, ma creare un posto migliore perla rimonta e le asciutte. E non avere sovraffollamento nelle vacchein lattazione. Di conseguenza meno uso di farmaci, produzioni diqualità e benessere animale. Quello che il consumatore cerca sempredi più.”