di Fabiola Canadesi e Sujen Santini
I regolamenti comunitari ci presentano la scelta della razza o linea genetica come il primo passo per intraprendere un corretto allevamento conforme al metodo biologico. Gli animali che dobbiamo selezionare per il nostro allevamento devono adattarsi alle condizioni locali, possono essere varietà autoctone o linee genetiche che sviluppiamo a livello aziendale, devono essere vitali e resistenti alle malattie (è la prima voce della prevenzione). Gli animali selezionati per l’allevamento biologico devono poter evitare i problemi e le malattie tipiche dell’allevamento intensivo. Di quale tipo di animali stiamo parlando? Perché il metodo biologico rivolge la sua attenzione verso questo tipo di animali? Gli animali (ricordiamo che si parla di razze o linee genetiche) ideali sono quelli che possono adattarsi alle caratteristiche dell’allevamento biologico: spazi più ampi, accessi all’aperto e ai pascoli, un’alimentazione più rispondente alle necessità fisiologiche e una medicalizzazione molto meno spinta. Animali più longevi perché più robusti, capaci di produrre “qualità” prima di “quantità” in condizioni più “naturali” per la specie. Le motivazioni all’origine di queste indicazioni possono essere differenti, ma noi vorremo concentrarci su quella principale: la motivazione economica, allevare è un lavoro e la prima motivazione deve essere sempre economica. Il metodo biologico ci ricorda che il maggiore guadagno si ottiene principalmente diminuendo le spese e un animale allevato con metodo biologico deve fare proprio questo, produrre “qualità” più a lungo, con minori input, anche terapeutici. Perché l’indice Biogeni? Nell’ultimo decennio abbiamo assistito alla conversione di molte stalle di vacche da latte da una produzione con metodo convenzionale a biologico. Una delle criticità che maggiormente ha messo in difficoltà gli allevatori è stata quella di dover adattare le tecniche gestionali previste dal metodo di produzione biologica (utilizzo dei pascoli, razioni con un rapporto tra i foraggi e i concentrati nettamente più favorevole ai primi, il divieto dell’utilizzo di farine di estrazione e di vitamine e aminoacidi di sintesi, solo per citare alcune regole) ad animali adatti ad una produzione convenzionale finalizzata ad ottenere performance produttive sempre maggiori. Questo lavoro ha la finalità di garantire agli allevatori che hanno scelto di convertire la loro gestione di stalla al metodo biologico, un animale che, pur garantendo sempre ottime produzioni di latte, possa nel contempo adattarsi meglio ai parametri gestionali richiesti dal regolamento comunitario che disciplina le produzioni biologiche. L’indice BIOGENI per la vacca da latte nasce quindi dal desiderio di FederBio e Filbio.it di offrire agli allevatori uno strumento utile nella fase di scelta della genetica adeguata per lavorare in modo più semplice e funzionale.
FARE SELEZIONE IN UNA AZIENDA BIOLOGICA
Che ci si muova nell’ambito di un allevamento da latte convenzionale o biologico i passaggi fondamentali e gli elementi fondanti di un buon programma di selezione sono gli stessi. Potranno essere differenti gli obiettivi ma tutto il resto, almeno dal punto di vista genetico, funziona esattamente nello stesso modo. Padre e madre trasmettono alla progenie metà del loro valore genetico, questo valore genetico ereditato dai genitori si traduce in produzioni, caratteristiche morfologiche, funzionali e riproduttive attraverso una complessa interazione con l’ambiente, l’alimentazione e la gestione dell’allevamento. La variabilità genetica esistente fra gli animali consente di poter scegliere quelli che sono portatori delle caratteristiche che meglio si adattano ai propri indirizzi produttivi, in questo caso quelli specifici di un allevamento biologico. Fare selezione Selezionare significa scegliere. Nel caso del miglioramento genetico significa identificare padri e madri in modo che la loro progenie sia “migliore” dal punto di vista genetico rispetto alle generazioni precedenti. Nel caso specifico dei bovini da latte si scelgono principalmente i tori da utilizzare per la fecondazione artificiale della mandria: si lavora cioè perché le figlie delle manze e delle vacche allevate oggi siano migliori delle loro madri per effetto di questa “selezione” sui padri. Con l’avvento della genomica oggi (con l’utilizzo dei test del DNA) è possibile conoscere con una elevata accuratezza anche il valore genetico delle vacche e delle manze allevate, ed è possibile scegliere anche le madri delle future vitelle da latte dell’allevamento. Se i tori (ed eventualmente le madri) vengono selezionati in modo che abbiano caratteristiche genetiche superiori rispetto alla mandria in produzione il valore genetico medio delle vitelle nate sarà migliore di quello delle generazioni precedenti. Affinché un programma di selezione sia efficace occorre realizzare 4 passaggi fondamentali (Figura 1):
- Definire l’obiettivo da raggiungere;
- Identificare lo strumento più adatto per raggiungere l’obiettivo e scegliere i padri e/o le madri (indice di selezione);
- Scegliere tori (ed eventualmente vacche e manze) sulla base dell’indice di selezione;
- Misurare e monitorare il risultato.
Figura 1 – I quattro passaggi fondamentali per la realizzazione di un programma di selezione aziendale.
Tutte e quattro le fasi sono importanti. Definire l’obiettivo è strategico perché solo con una meta precisa da raggiungere si possono ottenere buoni risultati. Identificare lo strumento, cioè l’indicatore che verrà utilizzato per scegliere i tori e magari anche le madri delle future generazioni di vitelle è il primo passaggio operativo: è in base a questo indice che si effettueranno tutte le scelte. Il terzo passaggio è una logica conseguenza dei primi due in cui possono entrare in gioco valutazioni di tipo economico (quanto spendere per il seme o per degli eventuali test genomici, ad esempio). Il quarto è essenziale per capire se si sta facendo bene e se il programma porta il livello produttivo, morfologico e funzionale della mandria nella direzione desiderata o se sarà necessario fare degli aggiustamenti. Alla fine del percorso, se tutto funziona, le performance dell’azienda iglioreranno progressivamente e creeranno reddito per l’azienda. È a questo punto che si può parlare di un programma di selezione aziendale di successo.
IMPORTANZA DELLA GENETICA
La genetica, in linea generale, incide dal 10 al 50% sui caratteri che sono importanti per un allevamento da latte. Il restante 90-50% è determinato dall’ambiente e dalla gestione. Quanto e come sono alimentate le vacche, in quale mese dell’anno partoriscono, la loro età al parto, quanto confortevoli sono le strutture di stalla, la routine di mungitura, tutto contribuisce ed interagisce con il valore genetico del soggetto per tradursi in produzioni e performance di qualità. Se alla base c’è un buon livello genetico tutto quello che la gestione deve fare è creare la situazione nella quale la genetica possa esprimersi in tutto il suo potenziale. Ciò che si accumula generazione dopo generazione nel patrimonio genetico della mandria è permanente e può essere misurato osservando come cambia il livello genetico degli animali che costituiscono la mandria di anno in anno a seguito del ciclo continuo di selezione dei padri e delle madri migliori come genitori (figura 2) delle future generazioni. Il capitale genetico costituito dalla mandria è uno dei “tesori” importanti di un allevamento da latte. E’ un capitale su cui investire conviene sempre: se l’investimento in seme, inseminazioni ed eventualmente test genomici è fatto in modo efficace rende fino a tre-quattro volte il suo valore.
Soprattutto in un allevamento di bovini da latte gli effetti delle azioni di miglioramento non si realizzano nell’immediato ma nel medio lungo termine: per poter misurare il risultato delle scelte fatte oggi sui tori per la FA occorrerà attendere la nascita delle vitelle femmine e poi che queste arrivino al primo parto, cioè circa due-tre anni.
Figura 2 – Il ciclo continuo innescato dall’implementazione di un programma di selezione aziendale costruisce anno dopo anno un lento e progressivo miglioramento del livello genetico della mandria